Gazza voleva essere diverso dagli altri. Era ossessionato da questa idea.
Un ragazzo vittima degli eccessi e dei vizi. La birra, il whisky, il gin e la cocaina lo hanno distrutto: nel fisico e nell'animo. Da ubriaco diventava violento, le risse nei pub, i ricoveri in ospedale, le botte alla bella moglie Sheryl e un matrimonio distrutto in 3 anni. Ma Gazza non ha mai imparato le lezioni arrivate dagli errori, così il suo fegato è andato in frantumi ed è diventato, ogni giorno di più, un dipendente dell'alcol. E' stato a un passo dalla morte, ha provato a disintossicarsi in cliniche specializzate. E' perfino andato negli Usa per curarsi, una volta venne dato addirittura per spacciato. Cinque anni fa, in occasione di Lazio-Tottenham di Europa League, le due società della sua carriera, tornò all'Olimpico. Un abbraccio commovente, un applauso infinito per quell'uomo che si faceva fatica a riconoscere. Invecchiato, oltre l'immaginazione, con lo sguardo perso nel vuoto, vittima dei suoi profondi eccessi. A 50 anni Gazza fa tanta malinconia, per quel talento sprecato, per quella vita scivolatagli via tra le mani. Nessuno potrà mai dimenticarne il genio calcistico ma la sofferenza dell'uomo ci fa male. L'augurio è che, dopo tante partite vinte, riesca a ritrovare anche se stesso, allontanando un prematuro crepuscolo che sembra stampato nei suoi occhi tristi. In fondo, per tanti uomini, la vita comincia a 50 anni.
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