Ora c’è un silenzio che mischia strategia e scaramanzia. Il nervosismo dello spogliatoio post-cena e Genoa, la positività di Immobile e le dure parole di Peruzzi contro la dirigenza hanno già fatto abbastanza baccano nei giorni pre-vigilia. Sarri così non parla, lo farà solo a pochi minuti dal fischio d’inizio della gara a Venezia. Bisogna tornare a vincere in trasferta ed è proprio il mister, il portafortuna, ha la pozione magica. Maurizio non ha mai perso prima della sosta natalizia da quando allena in Serie A: ha collezionato tre vittorie e due pareggi nelle ultime sfide dell’anno solare e, ironia del destino, i risultati sono arrivati tutti fuori casa, dove la Lazio - oggi con 2647 tifosi al seguito - ha conquistato appena 8 punti sinora. I pari risalgono ai tempi dell‘Empoli e nella seconda stagione a Napoli in panchina: in entrambi i casi si giocò all’Artemio Franchi contro la Fiorentina. Sempre nella grande parentesi partenopea, lontano dal San Paolo, ecco i successi contro Crotone e Atalanta. Infine, l’ultimo a Genova contro la Sampdoria nell’unica stagione trascorsa a Torino, sponda bianconera. Sarri dunque conta innanzitutto su se stesso per ripetersi anche in questa nuova avventura. Ha fatto una promessa pure a Enrico Lotito (ieri era il compleanno), vuole presentarsi domani mattina da papà Claudio con i tre punti come regalo di Natale, prima della firma sul rinnovo sino al 2025, che lo legherà per i prossimi tre anni e mezzo a Roma.
PROGETTO E SUCCESSI
Manca insomma solo il fiocco sul prolungamento sotto l’albero. «È tutto fatto in ogni dettaglio, anche a livello economico. Con Sarri vinceremo», ci ha assicurato Lotito straconvinto. Esiste un progetto a lungo termine, ambizioso. L’ex Peruzzi è andato via con Inzaghi e in pochi mesi a Formello è cambiato tanto.
SFIDA BASIC-SERGEJ-LUIS
I mugugni rientreranno magari col riposo (sino al 29 dicembre) natalizio. È già partito con piccole scosse, il nuovo ciclo. Non è ancora il momento di un terremoto. Senza Immobile punto di riferimento, poi, bisogna guardare al presente e badare al sodo. Niente battaglie di principio. Ecco perché, anche se non è andato giù qualche comportamento, è tosta rinunciare al miglior Milinkovic in campo adesso. Il serbo alla fine può spuntarla su uno fra Basic e Luis Alberto, solo Cataldi in regia è certo del posto. Lazzari è in ballottaggio con Radu e vicino al Torino, ma gli acciacchi all’adduttore di Hysaj lo spingono dal primo minuto insieme a Marusic terzino destro. Tutto il resto sembra confermato. In versione “falso nueve”, anche Felipe Anderson. Muriqi è ai saluti per far posto a un sostituto: Erik Botheim è a un passo dal Krasnodar, non è un nome che convinceva Sarri e sembra sfumato. Bisogna risfogliare la margherita con Tare e Lotito domani nel vertice di mercato.