Lazio, Inzaghi e Pioli: incrocio di destini

Lazio, Inzaghi e Pioli: incrocio di destini
di Alberto Abbate
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Sabato 9 Marzo 2019, 07:30
Destino incrociato e pure inverso. Inzaghi ha già fatto le scarpe al maestro, domani può completare l’opera in un triennio quasi esatto. L’allievo può battere ancora Pioli e prendersi la Champions. Sulla panchina biancoceleste a Stefano da Parma fu fatale il derby del 3 aprile 2016, decisivo proprio per la successione d’ Inzaghi. Che sino a una settimana fa era in bilico come il suo predecessore, ma ora – ironia del destino, grazie all’ultima stracittadina – si è creato un’altra nuova occasione. Sperando che Pioli stavolta non gli rovini la festa. Perché sinora la sorte è sempre stata dalla parte di Simone, battuto solo una volta dall’ex allenatore. Era Inter-Lazio del dicembre 2016, finì 3-0, apoteosi nerazzurra nella rincorsa Champions poi fallita. Da allora a gioire però è stato quasi sempre il tecnico laziale: vittoria contro l’Inter di Pioli ai quarti di Coppa Italia nella stessa stagione, poi altri tre successi (1-0 e 4-3 la scorsa stagione, 1-0 quest’anno) e un pareggio contro la Fiorentina negli ultimi due anni. Quel 1 a 1 del novembre 2017, con infinite polemiche per il rigore nel recupero di Caicedo su Pezzella. Da quel momento i due allenatori, che s’erano tanto amati, hanno cominciato ad accusarsi. Non se n’è mai fatto una ragione, Inzaghi: «C’è tanta amarezza perché, questo rigore. Massa e Fabbri me li sognerò per diverso tempo…». 
POLEMICHE 
E ancora dopo qualche mese: «I punti persi contro la Fiorentina per il Var pesano e peseranno». Prima della sfida di ritorno, Pioli quindi disse: «In Italia certe cose non cambiano mai. Da inizio anno qualcuno si lamenta: non credo sia il modo di comportarsi». A cui seguì la risposta di Inzaghi: «Pioli è un bravo allenatore ed anche una bravissima persona, lo rispetto molto». Non la farà nemmeno oggi in conferenza, dopo l’ultima stracittadina. Simone vuole solo vincere e salire in alto in classifica. Non sarà però semplice contro la Fiorentina, reduce dal ko con l’Atalanta, seppur lontana 5 punti dai biancocelesti per sognare ancora l’Europa. Toh, chi si rivede. Inzaghi e Pioli si ritrovano l’uno di fronte all’altro dopo il derby. La supersfida che ha cambiato i loro destini, ma spesso anche quelli dei biancocelesti. Che incontrano, prima o dopo la Roma, la Fiorentina per la 14esima volta negli ultimi 15 anni. Lo scherzo del sorteggio cominciò all’inizio dell’era Lotito, dopo il derby di Di Canio, che replicò al Franchi nel 3 a 2 con Pandev e Dabo e al ritorno col pari (1-1) targato Siviglia. L’anno dopo (2005/06) doppio successo con la Viola (1-0, gol di Zauri, e 1-2, Behrami e Rocchi) prima dei derby (1-1 e 0-2), come nel 2006/07 (1-0, Toni, e 0-1, Mutu). Nel 2007/08 ancora due ko con la Fiorentina (1 gol di Pazzini, all’andata e al ritorno) subito dopo i 3 a 2 (un successo e una sconfitta) con la Roma. Passano 3 stagioni e nel 2011/12 il calendario fa il solito giochetto: Fiorentina-Lazio (1-2, Hernanes e Klose) prima del trionfo (2-1 con gli stessi marcatori) nel derby. 1 a 0 al ritorno con Klose e stracittadina successiva vinta 1-2: Hernanes e Mauri. Infine l’anno scorso, dopo la vittoria della Roma, il famoso 1 a 1 col rigore di Pezzella, e dopo lo 0 a 0 nel derby di ritorno il rocambolesco 3 a 4 con doppio Luis Alberto, Caceres e Felipe. Insomma, non solo per Inzaghi e Pioli, il fato se la ride. 
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