Lazio, Felice Anderson: «Grazie Lotito». Il patron: «Non lo avrei mai ceduto»

Lazio, Felice Anderson: «Grazie Lotito». Il patron: «Non lo avrei mai ceduto»
di Alberto Abbate
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 07:30

dal nostro inviato  

AURONZO Ritorno al futuro. Stesso occhietto vispo, solo qualche ruga in più per non averci dormito la notte. Un volo all’indietro. Tre anni dopo, riecco Felipe Anderson in Paideia all’ora di pranzo: «Sono felice di essere qui, è un sogno che si avvera questo ritorno». Sciarpa biancoceleste al collo, il brasiliano ci provava da due estati a riprendersi la Lazio, dopo l’addio nel 2018. Era stato Inzaghi a tagliarlo, nonostante la resistenza di Lotito: «Infatti, io non volevo cederlo, per me è un secondo figlio». Ora il presidente è il primo a riabbracciare il Felipe prodigo, gli va addirittura incontro in clinica a Roma prima della partenza per Auronzo. Sorride come un padre che non l’ha mai dimenticato, lo stringe e gli sussurra all’orecchio che crede nel suo rilancio: «Era contentissimo - ci assicura il patron dopo l’incontro - e stramotivato». In fondo, il brasiliano ha 28 anni e ancora una vita davanti per far esplodere il suo talento. L’unica regola del viaggio è non tornare come sei partito, ma diverso. Sarri lavorerà per incattivirlo, intanto la maglia numero 7 può essere rispolverata dal cassetto. 
ALA SINISTRA
Via la sigaretta, “Pipe” alla ribalta. Felice di rivedere anche vecchi compagni e Auronzo quasi (00.45) in nottata. Baci e pacche, dopo il bentornato social, da Milinkovic, Luiz Felipe e Lucas Leiva. Finalmente a casa dopo Londra. Qualche luce al West Ham nella prima annata, solo ombra al Porto dopo il litigio con Conceicao che pretendeva corresse a tutta fascia. Anche Sarri glielo chiederà, però sarà tutta un’altra storia, un debito di riconoscenza. Maurizio lo voleva già al Napoli, la stima è rimasta intatta ed è stata pure confermata in una telefonata. Ora il Comandante può fare sul serio con la sua prima ala sinistra. Si è già capito cosa pretenderà: «Massimo tre tocchi, mai orizzontali, pressing immediato quando il terzino avversario ha la palla, velocità e ampiezza», urla da quattro giorni agli esterni fra una cicca e un’altra.
PERMESSO
Si è quasi dimezzato l’ingaggio (da 4 a 2,2 milioni), Felipe, pur di riprendersi la sua amata squadra. Non può essere tesserato, ma c’è l’ok del West Ham ad allenarsi già da stamattina, perché non ci sono soldi in ballo visto che la Lazio vantava ancora un credito da 3 milioni dei 34 sborsati dagli inglesi tre anni fa. La Lazio forza invece la mano su Kamenovic, da ieri in ritiro. A braccia conserte a bordocampo nel primo allenamento, a tratti nelle prove (da terzino e da centrale sinistro) nel secondo. La lingua (traduce Vavro) e l’indice di liquidità lo tengono imprigionato: il Cukaricki deve ancora ricevere i 2,5 milioni concordati ormai a gennaio e, senza deposito del contratto, un eventuale infortunio potrebbe comprometterne l’incasso.
ATTACCO E STUDIO
Fra gli applausi di un pubblico pian piano più folto, Sarri intanto continua a plasmare il suo 4-3-3 e a insegnare calcio.

C’è addirittura un collaboratore di Cannavaro inviato dalla Cina a studiarlo: «È l’allenatore migliore del mondo», assicura Muriqi che, galvanizzato, lo ripaga addirittura con una tripletta in partitella nel pomeriggio. Anche se Mau continua a chiacchierare molto con Caicedo, in scadenza fra un anno e sul mercato. Tra l’altro in attacco, in caso di uscite, c’è sempre in lista Stevan Jovetic prenotato, come vice-Immobile, a parametro zero. Poi servirà ancora un altro esterno. Il Borussia chiede 20 milioni per Julian Brandt subito o l’obbligo di riscatto. Tare avrebbe riallacciato anche il discorso Messias, vecchio pallino. Nella lista sempre Orsolini e Grifo, che dalla Germania annuncia: «Sarebbe un sogno». In pugno Toma Basic, ma al massimo a 6 milioni più 2 di bonus, nonostante il Bordeaux sia stato ripescato in Ligue 1.

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