Lazio, a Parma serve uno scatto per l'Europa

Lazio, a Parma serve uno scatto per l'Europa
di Alberto Abbate
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Domenica 10 Gennaio 2021, 07:30

La carica dei 121 anni e la benedizione di Papa Francesco per Immobile e compagni. Al Tardini servono altri tre punti sacrosanti. Servono per risalire in classifica ai piani alti, lo sa bene Inzaghi: «Speriamo di farci questo regalo dopo gli auguri. E’ una settimana importante. Contro la Fiorentina siamo stati meno belli, ma bravi. Adesso arriva la classica partita trappola contro una squadra che ha ottimi giocatori. Guai a cascarci». Anche perché la Lazio in questa giornata potrebbe approfittare pure degli scontri diretti fra Roma e Inter, Juve e Sassuolo e presentarsi in tutt’altro modo venerdì 15 al derby. 
La missione non sembra impossibile: il Parma è in grande difficoltà anche per gli infortuni (recuperati solo Gervinho e Osorio fra i convocati), sulla panchina è tornato D’Aversa per provare a risollevare gli animi. Inzaghi si dice dispiaciuto per l’esonero del suo ex compagno Liverani, ma poi pensa ai suoi obiettivi: 176 presenze in A da allenatore biancoceleste, eguaglierà il mito Dino Zoff oggi. Dei 121 anni di epopea della Lazio, ben 21 portano inciso il nome d’ Inzaghi. E la sua storia d’amore tra l’altro non sembra più agli sgoccioli: Lotito deve solo far mettere nero su bianco il rinnovo (a 2,3 milioni più 500 di bonus) sino al 2022 con opzione per un altro anno su cui c’è già l’unione d’intenti. Ieri anche il presidente in udienza privata con la moglie Cristina e il figlio Enrico dal Pontefice: donata una maglia personalizzata e un folder con i francobolli che celebrano i momenti più significativi dei colori biancocelesti. 
FESTA IN PIAZZA
Esaudito in Vaticano il desiderio di tanti tifosi biancocelesti. Nonostante gli impedimenti legati al Covid, ieri pomeriggio alle 17 si sono ritrovati in un migliaio a Piazza della Libertà per festeggiare i 121 anni. Cori e brindisi, Lotito non vede l’ora di riabbracciarli tutti negli stadi: «Vi aspetto presto all’Olimpico, non dimentichiamo mai le nostre radici».

Tutti i giocatori (anche ex come Felipe Anderson e Zarate) hanno fatto gli auguri via social e tramite i canali ufficiali. Adesso devono dimostrare in campo i loro valori mentali e fisici. Perché la Lazio non può più durare solo 45 minuti. E perché è arrivato il momento di vincere di nuovo due match consecutivi: è successo una volta in questa stagione, solo con Bologna e Torino sei punti. Conquistati tra l’altro allo scadere da Caicedo, sul cui futuro Inzaghi non sembra avere certezze per i prossimi mesi: «Col mercato aperto c’è una situazione strana per tutti gli allenatori». Fin quando però Felipao sarà nelle sue mani, verrà spremuto senza considerare altri fattori. Già, perché l’ecuadoregno (insieme ad Escalante, Fares e Hoedt) figura pure fra i diffidati. Meno male che Correa tornerà senz’altro al derby. 


FORMAZIONE
Giocano ancora Immobile e Caicedo davanti. Partono ancora dalla panchina i nuovi Pereira e Muriqi. Ma ciò che più importa è che Inzaghi recupera gli esterni acciaccati: ci sono nelle ultime prove tattiche sia Lazzari (uscito per una botta con la Fiorentina) che l’affaticato Marusic. A centrocampo coi big Luis Alberto e Milinkovic torna dalla squalifica Leiva, anche lui festeggiato ieri insieme alla Lazio per i 34 anni compiuti. In difesa ce la fa Luiz Felipe con Radu ed Acerbi. Nuovo ribaltone fra i pali: c’è Reina al posto di Strakosha in un continuo scambio di guantoni titolari.
Nuovi passi in avanti per il convalescente Lulic: allenamento intero in gruppo (fase tattica compresa) ieri. Crede nel ritorno del capitano, Inzaghi, ma lascia comunque aperti altri spiragli: «Il mercato dipende da lui...». E Tare resta coi fari puntati su tutte le occasioni: ora o a giugno, per la fascia c’è Kamenovic.

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