Juve, Inter e Lazio: il trono dei desideri

Juve, Inter e Lazio: il trono dei desideri
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Martedì 11 Febbraio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:06
C’era una volta, diciannove anni fa. Quando il campionato italiano brillava della luce di Ronaldo, di Totti, di Del Piero, ma pure di Vieri, di Cassano e di Trezeguet. Quando tutto il movimento era un palcoscenico d’oro; quando giravano soldi e gli stadi erano pieni. Non c’era un dominus, come succede da quasi un decennio qui in Italia, ma c’era più di una ad ambire al posto sul trono, questo sì. Nel campionato 2001-2002 si sono contese lo scudetto Juventus, Roma e Inter. Punto a punto, tanto che all’ultima giornata tutte e tre avevano la possibilità di vincerlo. 
LACRIME DI MAGGIO
Era il 5 maggio del 2002, quello delle lacrime di Ronaldo il Fenomeno all’Olimpico, del titolo sfumato per colpa della amica Lazio («proprio tu, t’ho fatto vincere uno scudetto», il labiale di un disperato Materazzi, che si lamentava con i suoi avversari laziali traditori, che quel giorno vinsero 4-2); fu lo scudetto della Juve, che ormai ci credeva ben poco, dando per scontato il risultato di Roma; fu il campionato del secondo posto ottenuto in extremis dalla Roma, che vinse a Torino con un gol di Cassano. Quel giorno se la Juventus non avesse vinto a Udine, i giallorossi di Capello si sarebbero ritrovati in mano un titolo insperato. Bianconeri campioni d’Italia, invece. Tanto per cambiare. Sono passati diciannove anni, oggi è tornata l’altalena: protagoniste di nuovo tre formazioni, distanti un punto. Ecco la griglia: Juve prima a 54 insieme con l’Inter, e Lazio dietro a 53. I biancocelesti recitano un ruolo da protagonisti, mentre in quella lontana stagione, lo sono diventati solo all’ultima curva per aver “danneggiato” l’Inter. La Lazio è la sorpresa? Ormai non più. E’ in ballo e balla volentieri, punto dopo punto, rigori a favori e contro contestati, anche da chi comincia ad avere un po’ di paura. In questo momento la squadra di Inzaghi è, per energia e per spensieratezza, avanti alla Juventus, che però ha una rosa migliore. L’Inter sembra la più convinta, è quella che sta meglio, ci crede, basti vedere che mercato ha fatto a gennaio. Le prossime quattro partite ci diranno di più, quantomeno se vedremo una lotta a tre fino alla fine o se si ridurrà a due. Venticinque giorni di ulteriori esami. 
RIPARTENZA
Domenica Lazio-Inter ci dirà chi sarà l’avversaria principale della Juve che non se la passa bene ma riceve il Brescia e, se non fa passi falsi, prenderà punti a una delle inseguitrici o a entrambe. Sarri ha la possibilità di rialzarsi dalla crisi proprio con un calendario migliore: Brescia, Spal fuori casa, poi l’Inter allo Stadium e, l’8 marzo a Bologna. La squadra di Conte farà visita alla Lazio, poi riceverà in casa la Samp prima di andarsi a giocare un bel pezzo del trono allo Stadium per poi finire, alla prima giornata di marzo, in casa con il Sassuolo. Superato lo scoglio Inter, Inzaghi può mantenere il passo con Genoa e Bologna e poi l’Atalanta a Bergamo. Ma al di là della qualità delle partite, facili o difficili (ma parliamo sempre in teoria), il dato incontrovertibile è il numero di impegni, comprendendo oltre alle partite di campionato, anche quelle di coppa. La Lazio è quella che va meglio: fino all’8 marzo ne giocherà solo 4. La Juventus, che ha la Coppa Italia e la Champions, ne disputa 7, mentre l’Inter arriva a 8, perché l’Europa League prevede la gara di ritorno il 27, mentre quella di Champions si disputa il 17 marzo. Una questione di fatica.
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