All’andata Garcia è riuscito a mettere in serissima difficoltà Sarri e la sua Juve, venerdì prossimo, oltre allo spauracchio Aouar (seguito dai bianconeri in ottica mercato) potrà contare anche su Depay, assente a Lione per infortunio. Sarri è pronto all’all-in, consapevole di giocarsi il futuro, perché un fallimento agli ottavi avrebbe ricadute immediate a livello di guida tecnica (probabile esonero) e anche dirigenziale, con la posizione di Paratici e Nedved (i due maggiori sponsor di Sarri in bianconero) in bilico. L’eliminazione sarebbe catastrofica anche a livello economico, ma i bianconeri hanno spesso dato il meglio sotto pressione, con le spalle al muro, come l’anno scorso con la rimonta furiosa targata Ronaldo contro l’Atletico Madrid. Altri tempi e un’altra Juve, molto meno vulnerabile di quella attuale. Nella classifica post lockdown la Juve sarebbe addirittura sesta, ma a preoccupare sono soprattutto i numeri. Le 3 sconfitte nelle ultime 4 partite, i 17 gol incassati nelle ultime 8, il totale di 43 reti subite in campionato (il primo anno di Conte erano 20).
Per la prima volta dalla stagione 2003/’04 la squadra che vince lo scudetto non ha la miglior difesa o il miglior attacco. La palla non gira come dovrebbe a centrocampo, l’attacco - tolto Ronaldo - non trascina e la difesa è rimasta inviolata una sola volta nelle ultime dieci gare. Sarri non riuscirà a risolvere tutti i problemi in 4 giorni, l’unica speranza è che i suoi si siano rilassati, in attesa di riattaccare la spina al momento giusto. Sarà decisiva l’esperienza di Buffon, Ronaldo, Bonucci e Chiellini, Dybala dovrebbe recuperare ma non sarà al top, ci sono i dubbi Pjanic (con la testa già a Barcellona) e Bernardeschi (fuori condizione) e diversi rimpianti: probabilmente con Chiellini, Khedira e Douglas Costa sarebbe stata un’altra Juve.
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