LA MENTALITÀ
Il Milan deve capire che può lottare per il quarto posto. Se non ha dentro di sé questa convinzione, se non avverte di avere qualità, allora non può andare lontano. Già Gattuso aveva spiegato questa problematica, ieri si è aggiunto anche Leonardo. I punti persi per strada stanno diventando troppi. Contro Empoli (giovedì) e Sassuolo (domenica) servono due vittorie per scacciare paure e ansie.
ERRORI INDIVIDUALI
Per farlo, però, bisogna migliorare la fase di impostazione. Il Milan sbaglia tanto, troppo. Lo fa anche con i suoi uomini migliori: Kessie lotta, corre, non molla mai l’avversario di un centimetro, ma l’errore a fine primo tempo davanti a Gollini è imperdonabile. In secondo luogo, da una disattenzione di Calhanoglu è arrivato il primo pareggio dell’Atalanta, firmato da Gomez su assist di uno scatenato Zapata. Poi, Musacchio e Romagnoli. Entrambi avevano iniziato benissimo, ma un conto è trovarsi davanti Barrow e Pasalic, un’altra cosa dover fare a sportellate con Rigoni e Zapata e il risultato si è visto.
LE SCELTE TECNICHE
Infine, anche Gattuso ha le sue responsabilità. Non convince il cambio Bonaventura-Bakayoko. Anche perché Jack fino a quel momento era stato il migliore in campo del Milan. Inoltre, il centrocampista arrivato dal Chelsea appare indietro, non ancora inserito nei meccanismi di gioco. Resta la certezza Higuain, in gol per la terza partita di fila. Gattuso si aggrappa al Pipita anche per il turno infrasettimanale di giovedì sera.
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