Roma, da Cristante a Mancini, c'è tanta Atalanta in rosa: ma in Champions va sempre Gasperini

Roma, da Cristante a Mancini, c'è tanta Atalanta in rosa: ma in Champions va sempre Gasperini
di Stefano Carina
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Mercoledì 21 Aprile 2021, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 09:39

Di esempi da seguire in questi anni americani c’è stato soltanto l’imbarazzo della scelta. Inizialmente la decisione ricadde sul modello Barcellona, quello della cantera, e la decisione d’ingaggiare Luis Enrique andava proprio in tal senso. Poi, dopo l’exploit di Klopp col Dortmund, da Trigoria iniziò a filtrare come l’orientamento si fosse spostato verso la Bundesliga per virare, 12 mesi dopo, decisamente in Spagna. «Guardiamo all’Atletico Madrid che è stato in finale di Champions per due volte negli ultimi tre anni o basta vedere quanto ha fatto bene il Siviglia. Questo è quello vogliamo fare», le parole di Pallotta a fine 2016. Ancora un paio di stagioni, e il lavoro di Gasperini e dell’Atalanta in Italia cominciò a catalizzare l’attenzione di Jim. Fallito nel maggio del 2019 l’aggancio con il tecnico, si è provato prima e dopo ad aggirare la questione acquistando calciatori nerazzurri. Il primo della lista è stato Cristante, l’ultimo Ibanez. In mezzo Mancini e Spinazzola, anche se il laterale è arrivato dalla Juventus. La scuola, però, rimane quella del Gasp. 

PARABOLA INVERSA 

Curioso come da quando la Roma abbia iniziato a spendere decine di milioni per i calciatori che si erano messi in mostra nell’Atalanta, abbia iniziato a seguirla in classifica. Nel 2019, giallorossi sesti e nerazzurri terzi. Lo scorso anno, quinti a Trigoria, terzi a Zingonia. Posizione confermata anche in questa stagione, con la Roma che è scivolata mestamente al settimo posto. È chiaro che questo non può essere imputato al poker romanista il cui rendimento, seppur altalenante, va giudicato positivo. Probabilmente è però la conferma di come a Bergamo ci sia anche uno spartito dove il singolo si esalta all’interno di un gruppo. E questo può essere da monito per il futuro.

Quattro (o tre, se non si vuol considerare Spinazzola) infatti sono arrivati. Altrettanti sono sfumati per un soffio: da Gomez a Ilicic, passando per Kessie e Muriel. Ma almeno un paio sono nuovamente nei radar di Pinto. Che apprezza proprio l’attaccante colombiano, considerato - nonostante la carta d’identità (30 anni) - l’alternativa a Belotti. Monitorato anche Gollini che quest’anno ha visto messo in dubbio la sua titolarità anche se, dalle ultime indicazioni, la Roma non vorrebbe spendere molto per il portiere. 

DIFESA A 3, IL FUTURO DI PAULO 

E poi c’è lui: Gasperini. Spigoloso, esigente, magari non simpaticissimo ma artefice del miracolo Atalanta. Il fatto che nel prossimo mercato la Roma sia intenzionata ad acquistare un difensore di spessore, mantenendo il quartetto attuale (Smalling, Ibanez, Kumbulla e Mancini), lascia pensare che il nuovo allenatore - a meno che non si riesca a convincere Sarri - possa giocare con la difesa a tre. E interpreti di questo modulo, non ce sono tantissimi. Tolti Conte, Inzaghi e Allegri per diversi motivi, in serie A rimangono Gasperini, Nicola, Semplici e Juric, l’allievo prediletto di Giampiero. All’estero l’adottano Nagelsmann e Amorim (non a caso entrambi cercati) ma il primo è destinato al Bayern Monaco e il secondo ha una clausola da 30 milioni. Tuchel non si muove dal Psg, Favre - capace di alternare il modulo a 4 e a 3, esonerato dal Dortmund - non sembra il profilo che ha in mente il gm. Rimane Fonseca che, alfiere del 4-2-3-1, ha dirottato ormai da un anno mezzo il suo credo nella difesa a tre. Il destino di Paulo, però, appare segnato. Prima dei saluti c’è comunque da onorare il finale di stagione. Ok la semifinale di Europa League ma oltre a quella rimane un campionato da completare. E domani, contro l’Atalanta (con la quale ha sempre perso), magari anche una rivincita da prendersi.

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