Roma, efficace la formula con centravanti e doppio trequartista: media di 2 gol a partita

Roma, efficace la formula con centravanti e doppio trequartista: media di 2 gol a partita
di Ugo Trani
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 09:30

È nuova la Roma, almeno per il derby. Nel senso che, con la conferma di Fonseca in panchina, è comunque totalmente diversa da quella che è entrata in campo la scorsa stagione, sia all’andata che al ritorno, contro la Lazio. Timida e fragile il 1° settembre del 2019, spavalda ed efficace il 26 gennaio del 2020. Stesso risultato e stesso punteggio (1-1). Sempre con il 4-2-3-1, però. Con il sistema preferito del portoghese che, già nella lunga estate del nostro calcio, ha voltato pagina. Adesso il 3-4-2-1 ha dato più convinzione e regolarità, a prescindere che non abbia funzionato contro le big. Ma non è giusto dire che l’allenatore si sia italianizzato. Ha solo aggiornato il suo piano tattico per andare incontro alle esigenze (leggi caratteristiche) del gruppo. Spesso i calciatori hanno ammesso di sentirsi più sicuri, tesi sposata pure dal tecnico. Non per l’equilibrio, insomma. I giallorossi, pur segnando 2,05 gol a partita e restando quindi propositivi, continuano a essere vulnerabili dietro: 26 le reti subite. E non sempre per colpa del portiere titolare (che nemmeno si sa ancora chi sia): stasera Pau Lopez, fino all’infortunio il suo vice Mirante.


 

VIRATA ESTIVA

Fonseca ha scelto di cambiare, a meno di un mese dal traguardo del campionato passato. Senza più chance di correre per la zona Champions, ha deciso di lavorare per il futuro. Sarebbe sbagliato sostenere che abbia scelto di essere solo più prudente. Ha, però, capito che i terzini, incapaci di dare garanzie in marcatura, sarebbe stato meglio trasformarli in ali. Così ha lanciato Spinazzola a sinistra e rigenerato Karsdorp a destra. E per entrambe le fasce, ha chiamato in causa Peres. Poi, chiedendo a gran voce la conferma di Smalling, ha piazzato 3 sentinelle davanti al portiere.

Il portoghese, dunque, non ha fatto il maestro. Si è comportato da allievo, seguendo a Gasperini, Juric, Conte e, perché no, anche a Inzaghi. Il possesso palla c’è, ma meglio ripartire. Come l’Atalanta, il Verona, l’Inter e la Lazio. Le fasce per accelerare, il doppio trequartista per non far vivere in solitudine Dzeko. Il tandem Pellegrini-Mkhitaryan è più logico di quando è presente Pedro. Pellegrini aiuta a centrocampo, Pedro in corsa o da alternativa a Mkhitaryan. I 37 gol con 10 marcatori diversi (3° attacco del campionato) hanno certificato il 3° posto e il distacco dai biancocelesti. Non è solo contropiede, però. Anche se Dzeko, il 6 agosto quando i giallorossi furono eliminati dal Siviglia nell’ottavo di Europa League, contestò l’idea proposta dal tecnico di cominciare l’azione dal basso senza tener conto del pressing avversario (anche Inzaghi usa così i suoi attaccanti), la Roma continua a costruire dalla difesa, evitando il lancione verso il suo capitano. Solo che non lo fa più con Diawara. E nemmeno con Pellegrini, alzato dietro al centravanti. Il play è Villar, almeno da quando c’è il 3-4-2-1. Cristante, spesso schierato nel ruolo di Smalling, è l’opzione in corsa. Al posto di Veretout o di Villar.

BIS INEDITO

La novità della serata, invece, dovrebbe essere la conferma della formazione. Mai successo di vedere la stessa per 2 partite di fila (su 23 stagionali). Contro la Lazio come contro l’Inter. C’è, però, Pedro in più. Mossa per la correzione in corsa. Fonseca ha 4 diffidati (3 andranno in campo): Mancini, Ibanez, Villar e Cristante. Ma l’allenatore non ci farà caso: la prossima partita è con lo Spezia che precede gli scontri diretti con il Verona all’Olimpico e con la Juve allo Stadium.

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