La Ceres chiede scusa alla Roma e a Bruno Peres: «Tweet inopportuno». Legali pronti alla causa

La Ceres chiede scusa alla Roma e a Bruno Peres: «Tweet inopportuno». Legali pronti alla causa
di Gianluca Lengua
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Giovedì 23 Luglio 2020, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 16:45
La Ceres chiede scusa alla Roma dopo lo scivolone che ha fatto infuriariare non solo tifosi ma anche le alte sfere di Trigoria. Il marchio di birra un paio di giorni aveva twittato: «Stop sending me this shit ("Smettete di mandare questa  m****" ndc)», allegando la foto del terzino brasialiano con indosso la maglia della Roma accanto a una bottiglia di Ceres. Una battuta poco riuscita, che ha generato un equivoco anche perche in Italia la frase “Stop sending me this shit” è poco conosciuta. È una espressione utilizzata dalle celebrità quando implorano i loro fans di fermarsi a mandare meme in cui vengono accostati a oggetti che hanno le loro caratteristiche o che comunque li ricordano. L’obittivo della Ceres era ironizzare sul soprannome che alcuni tifosi avevano dato al difensore (Bruno Ceres) per via dei numerosi incidenti notturni con la sua auto e il ritiro della patente per guida in stato di ebrezza. Questa mattina i produttori di birra danese si sono scusati su Twitter: «Porgiamo le nostre più sentite scuse alla Roma S.p.a., alla Soccer S.a.s di Brand Management S.r.l. e a Bruno Da Silva Peres per il contenuto del tweet del 20 luglio che, contrariamente alle nostre intenzioni, è risultato inopportuno. Nonché per l’utilizzo non autorizzato dell’immagine, dei marchi e dei segni distintivi AS Roma, oltre che dell’immagine del suo calciatore. Manifestiamo grande rispetto per la squadra e per lo sportivo». Un messaggio che ha l’obiettivo di non scatenare i legali giallorossi e quelli del calciatore già sul piede di guerra per il post irrispettoso. La società, infatti, aveva inviato immediatamente una diffida a Ceres per l’uso diffamatorio dell’immagine del calciatore oltre che dei marchi club.
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