Il calcio resta solo e il governo chiude la porta: «Allenamenti il 4 maggio». Scontro Malagò-Gravina

Il calcio resta solo e il governo chiude la porta: «Allenamenti il 4 maggio». Scontro Malagò-Gravina
di Emiliano Bernardini
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Sabato 11 Aprile 2020, 07:30

Niente da fare. Il calcio non fa eccezione e si riscopre meno forte. Il governo è andato dritto per la sua strada: ci si potrà tornare ad allenare dal 4 maggio. Il nuovo Dpcm al punto G conferma quanto scritto in quello precedente: «sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Sono sospese altresì le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all’interno degli impianti sportivi di ogni tipo». Eppure fino all’ultimo i presidenti di serie A ci avevano sperato. Non tutti, sia chiaro. Perché la Lega, come sempre, era divisa. Anche su questo tema. E come raccontato ieri per due giorni c’è stato un pressing asfissiante sulla politica, ognuno per far prevalere la propria linea. Interessi personali e null’altro. Ha vinto quella di Agnelli e Marotta, tornati alleati dopo le liti furiose su come e quando giocare Juventus-Inter. Questioni pre-lockdown. Ma spesso gli estremi finiscono per toccarsi dalla parte opposta. E così è stato. Con buona pace del presidente della Lazio, Lotito capogruppo dei sostenitori di una ripresa immediata. Il patron biancoceleste nei giorni scorsi era riuscito a compattare tutti sulle modalità di ripresa con test, tamponi e l’idea del ritiro. Non è riuscito però a fare leva sulla politica. «Il calcio come segnale di normalizzazione per il Paese» andava ripetendo a Palazzo Chigi nei giorni scorsi. Una tesi sposata anche dalla Figc che, seppur con tempistiche diverse, voleva tornare ad allenarsi prima. Gravina, infatti, puntava ad una riapertura per il 24/25 aprile, non a caso ha fissato la commissione medica interna per il giorno 15. Che non fosse proprio aria si era intuito anche dal messaggio del presidente della Fifa, Infantino: «Nessuna partita vale il rischio di una vita umana. Tutti dovrebbero tenerlo a mente. Quindi sarebbe da irresponsabili riavviare l’attività se la situazione non è sicura al 100%».

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IL QUADRATO POLITCO
Il mondo della politica ha fatto quadrato insieme al resto dello sport. E così di fronte a quelle pressioni per tornare subito ha risposto con maggiore durezza. «Il calcio è il primo a dover dare l’esempio» sussurravano non senza una vena polemica. E non è un caso nemmeno che, mentre il Premier Conte annunciava a tutta Italia il prolungamento della quarantena, il Ministro dello Sport, Spadafora diffondeva una lettera indirizzata al presidente del Coni, Malagò e a quello del comitato paralimpico, Pancalli. C’è un passaggio particolarmente emblematico: «vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio p.v., nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici». Che il calcio fosse rimasto solo in questa battaglia era apparso chiaro già nelle scorse settimane quando ad uno ad uno gli altri sport chiudevano i battenti dei rispettivi campionati. Ma ieri pomeriggio è apparso ancor più lampante con il botta e risposta tra Malagò e Gravina. 

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SCONTRO VERBALE
«E’ un dato di fatto, è sotto gli occhi di tutti, negarlo sarebbe ridicolo e ipocrita che il calcio vuole andare avanti e quindi si mette in una situazione diversa rispetto alle altre discipline» la stoccata del capo dello sport italiano a cui è seguita una immediata replica del presidente della Figc. «Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline il calcio ha una sua specificità, lo è per dimensione, per partecipazione e per impatto economico». Che i rapporti non fossero proprio idilliaci era evidente da tempo ma questa situazione ha ulteriormente aumentato la distanza. Cosa succederà ora?

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TERMINE IL 2 AGOSTO
La Lega, ieri impegnata in tavoli su stipendi, debiti e stadi, aveva già pronto il piano per la ripresa il 4 maggio. Campionato al via sabato 30 maggio (o al più tardi il 6 giugno). Per completare questa stagione terribile mancano ancora dodici giornate più i recuperi. Il campionato finirebbe il 2 agosto, giocando tre volte alla settimana sempre di sera e a porte chiuse. Il tutto nella speranza che non spunti fuori un’altra positività.

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