Bologna, Mihajlovic vuole coraggio: «Con l'Inter dipende molto da noi»

Bologna, Mihajlovic vuole coraggio: «Con l'Inter dipende molto da noi»
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Sabato 2 Febbraio 2019, 19:16
A San Siro, lui - da giocatore prima e da vice-allenatore al fianco di Roberto Mancini poi - a vincere sa come si fa. E allora, anche se sembra un paradosso, contro l'Inter - reduce dalle 'sberlè ricevute da Torino in campionato e Lazio in Coppa Italia - «dipende molto da noi», da come il Bologna scenderà in campo. Dal «coraggio» che ci metterà. Dalla 'garrà. Ne è sicuro, Sinisa Mihajlovic alla sua prima con i rossoblù dopo l'esonero di Pippo Inzaghi. «L'Inter - spiega nella conferenza stampa della vigilia - ha perso le ultime due gare. Ho giocato su quel campo, ho allenato: conosco il pubblico e so che al primo passaggio sbagliato fischieranno. Dipende molto da noi, dal coraggio di fare le cose che abbiamo provato». Magari, argomenta, «è assurdo dirlo ma io la vedo così: andiamo là e cerchiamo di fare per bene le cose che abbiamo provato. Diciamo che è un investimento per il futuro: al di là di come va il risultato voglio vedere la prestazione». La grinta, l'intensità. Quella che non manca al tecnico subentrato a Inzaghi per portare i rossoblù alla salvezza. «Sono venuto a Bologna perché sono convinto di potercela fare - scandisce - se no, non sarei venuto, sarei stato a casa: è quasi un mezzo miracolo ma se lo faccio è una cosa bella. Farò di tutto per far si che i giocatori diano il massimo: dobbiamo cambiare mentalità avere più coraggio, più fiducia. Ho detto che con me gioca chi ha coraggio: io li lascio liberi, sono liberi di fare tutto quello che dico io». Così da provare a risollevare una squadra la cui ultima vittoria risale al 30 settembre con l'Udinese e in cui, domani, non ci sarà Sansone, in attacco, fermato da un affaticamento.

E così, dall'inizio, si muoverà Palacio esterno nel 4-3-3 («se quello che sta meglio ha 36 anni - scherza Mihajlovic - pensa come stanno gli altri») oltre a Santander mentre Destro potrebbe subentrare a gara in corso. «Penso di farlo giocare ma non dall'inizio: dall'inizio è un cambio obbligato e in questo momento Santander sta meglio di lui».
Nell'undici di partenza, invece, dovrebbe esserci spazio per il giovane Lyanco, in arrivo dal Torino. «È un ragazzo forte fisicamente, tecnicamente bravo, veloce, cattivo. Ha personalità poi come tutti i difensori brasiliani ogni tanto fa qualche cazzata perché si fida troppo di sé. Ma lui e Danilo - conclude - si possono sposare bene, parlano la stessa lingua».
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