Ora, ha raccontato Signori al quotidiano emiliano va «molto meglio, grazie. Mi ritengo fortunato per come è andata e perché mi sono trovato al Sant'Orsola, dove tutti sono stati eccezionali, mostrando grande professionalità. Mi sentivo la tachicardia e poi ero affaticato, non stavo bene: da sportivo ho capito che c'era qualcosa che non andava, soprattutto perché non ho mai avuto problemi. Così mi sono rivolto al professor Lima, che è un mio amico».
Quindi, aggiunge, «il professor Lima mi ha fatto fare i primi esami, ha capito che non c'era tempo da perdere e, a sua volta, mi ha indirizzato al professor Nava.
Negli ambulatori della Pneumologia si è compreso che avevo un'embolia polmonare, il cuore faceva 160 battiti al minuto, quando uno sportivo è attorno ai 50. Insomma, ero a rischio di infarto. E dalla visita sono finito direttamente nella terapia intensiva cardiologica, dove sono rimasto cinque giorni». Il malore, argomenta, «diciamo che è stato un fulmine a ciel sereno e anche in famiglia si sono preoccupati. Ma il peggio è passato, anche se farò altri controlli ed esami. Comunque - conclude Signori - sono stato assistito benissimo e per questo quando sono tornato a casa ho voluto ringraziare tutti con il post».
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