Agnolin contro Lotito: «Lui è il Deus ex machina del calcio, perché parla ora?»

Agnolin contro Lotito: «Lui è il Deus ex machina del calcio, perché parla ora?»
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 20:04
Luigi Agnolin si scaglia contro Lotito, chiarisce la sua posizione sulle designazioni arbitrali e/o sorteggio, e sul mondo dei direttori di gara in generale. Ecco le sua dichiarazioni rilasciata a Teleradio stereo



«Lotito ormai è il deus ex machina del calcio italiano. Parla proprio lui? Perché lo fa a metà campionato? Lo fa soltanto dopo aver pensato che la Lazio ha avuto un paio di episodi. Lui ha un ruolo di rilievo nella Federazione, che anche lui si lamenti solo in determinate circostanze non va bene. Non può andare bene. Quando sono stato Commissario durante Calciopoli, le Sezioni arbitrali e lo stesso Nicchi, si preoccupavano delle tutele, ma cosa dovevamo tutelare? In quel momento il sistema calcio stava precipitando. Il sorteggio, non integrale c’è già stato, oltre a quello integrale nel 1984-85. Ma anche in quei casi si faceva polemica».



«Ogni volta che esce un dubbio sulle direzioni di gara si torna a parlare di sorteggio. Quello che non è giusto è che si parli di sorteggio solo quando c’è trasporto emotivo da parte di chi si sente penalizzato. Questi discorsi vanno fatti a bocce ferme. Sorteggio o non sorteggio, agli arbitri prendere in esame la loro posizione farebbe piacere. Ora non ci si fida più neanche di chi commenta e analizza gli episodi incriminati. Tutto questo cozza con l’etica, la formazione sportiva. Perché non si vede mai la partita come un evento gestito e interpretato dagli uomini. La sudditanza psicologica esiste nel calcio come nella vita, si riesce ad andare oltre grazie alle qualità, degli uomini e quindi degli arbitri che dovrebbero saperla emarginare. E’ utopistico pensare che la sudditanza però possa essere eliminata del tutto. Ma più l’arbitro è bravo più riesce a eliminarla. Ieri ho visto Parma-Chievo. Nel momento in cui l’arbitro esibisce un cartellino giallo ammonendo il calciatore a non fare più un fallo, e il calciatore successivamente lo stesso calciatore fa lo stesso fallo, e viene espulso, si critica l’arbitro. E questo è sbagliato. Perché se ricadi nell’errore paghi le conseguenze. E’ un discorso di atteggiamenti, anche dei calciatori. L’arbitro ha applicato il regolamento, non è stato precipitoso. Le discussioni sulla moviola in campo sono divisioni da Guelfi e Ghibellini. In determinate occasioni gli arbitri oltre a essere capaci devono avere fortuna. Perché certi episodi contraddittori sono difficili da giudicare anche tramite la tecnologia»
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