«Vincenzo Nibali sarà il nostro Zlatan Ibrahimovic, con tanta esperienza e con la possibilità di fare la differenza». Ne è convinto Giuseppe Martinelli, direttore sportivo della Astana Qazaqstan. Il corridore siciliano ha già corso per questa squadra tra il 2013 e il 2016, anni nei quali ha conquistato due Giri d'Italia e un Tour de France. Per lo Squalo dello Stretto si tratta quindi di un vero e proprio ritorno a casa dopo cinque anni nei quali è prima approdato alla Bahrain e poi alla Trek-Segafredo. Trentasette anni e tanta voglia di correre ancora per stupire, per continuare a guardare avanti senza ossessioni: non solo quella dell'età che avanza, ma anche quella di dover fare il risultato a tutti i costi.
«Non voglio vivere la stagione con la pressione di dire quale sarà il mio obiettivo principale e andare a correre con quest’ossessione - ha spiegato Nibali in conferenza stampa - ci sono sicuramente degli obiettivi a cui non voglio mancare e delle corse alle quali voglio essere protagonista.
Il biennio con la Trek-Segafredo non ha purtroppo portato il siciliano ai risultati sperati: «Le ultime due stagioni non sono state al massimo per me, è difficile poter dire quale possa essere il mio livello nelle corse di tre settimane. Gli avversari sono molto forti, specialmente Pogacar. È quello che ha impressionato più di tutti».
A proposito del paragone con Ibrahimovic, Nibali ha voluto aggiungere che «Martinelli ha visto che negli ultimi anni ho lavorato con grande costanza, per questo mi ha paragonato a lui».
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