C’erano, soprattutto, i cavalli. A Villa Borghese, a Piazza di Siena, che è casa loro e dello sport che praticano in binomio con una donna o con un uomo, in una disciplina che ha preceduto d’un secolo le pari opportunità oggi invocate su piste, nelle piscine e dovunque si faccia sport. Quasi un secolo fa le amazzoni la raggiunsero anche mettendosi a cavalcioni e abbandonando la salottiera “seduta all’amazzone”.C’erano i cavalli: mantello baio o morello, com’è quasi dì ordinanza nel reggimento dei Corazzieri, militari d’atla statura come i loro quadrupedi che vengono dall’Irlanda, dalle Murge o dalla Maremma (i più fisicati tra questi); mantello grigio per la fanfara dei Carabinieri con la mascotte poco più alta d’uno zoccolo; sauro, e dunque biondissimi in razza umana, gli avelignesi di un Carosello.
Era, o almeno così l’hanno chiamato, un “evento-non evento”, un flash mob che per qualche quarto d’ora ha vito i frequentatori della splendida villa fermarsi sotto la Casina di Raffaello, guardare e applaudire. Piazza di Siena e i caalli sono un tutt’uno.
Diego Nepi, che è l’uomo di tanta organizzazione di eventi sportivi a Roma, aveva di che essere contento del nuovo successo. Questo “save the date”, o memorandum per il maggio che verrà si spera di nuovo con “gli zompi” come li chiamano a Roma e senza virus, a 50 giorni da Tokyo 2020 che si farà nel 2021, così pare, è stato preso come un buon segnale. Di ripartenza, hanno detto quasi in coro i padroni di casa. Chissà se la sindaca ha sentito un rimorso pensando al suo olimpico no. Gentiluomini, non glielo hanno ricordato.
L’importante per tutti è andare avanti con questo progetto ancora giovane ma già di visibile impatto: fare di Villa Borghese quel che sempre avrebbe dovuto essere, il cuore verde di Roma, nel quale battono arte e sport, cultura fisica e no, gli alberi rimessi in sesto (si sta lavorando sulla Valle dei Platani) cercando di precenire che una pioggia tagli un ramo, un soffio sradichi una pianta. Lo sport sta molto aiutando. Anche la Regione Lazio fa il suo: è sempre presente come può negli eventi che contano e nel sostegno di base, e non sgomita mai per la prima fila. Neanche in tempi nei quali il gomito è diventato come una mano.
Dunque Piazza di Siena fa sapere che c’è, che ci sarà l’anno prossimo con il suo concorso ippico che è per il mondo equestre come Wimbledon per un tennista, paragone non casuale dato che il campo ostacoli è in erba. C’è ed è quasi una metafora dell’oggi: se ci sono gli ostacoli si prova a saltarli. Insieme si può, probabilmente.
E intanto ripartono sport e cultura, a Villa Borghese e non solo: “Back to Nature” si chiama la mostra di installazioni che adornano il parco, “Settimana Europea dello sport” la serie di eventi al via dal 25 al Foro Italico. La riforma dello sport? Beh, il “modello Piazza di Siena” è un tipo di riforma che piace.
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