Mondiali, Minisini vince l'oro nel nuoto artistico: prima volta a livello individuale

Trionfo di Giorgio Minisini a Doha: quarto oro in carriera tra singolo e coppia

Mondiali, Minisini vince l'oro nel nuoto artistico: prima volta a livello individuale
di Piero Mei
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 20:01

L’oro è di Giorgio Minisini: il mercoledì da leoni degli azzurri di mattina ha il bronzo al collo (Mimmo Acerenza, il gregario che fa il Gregorio mentre Paltrinieri è quinto “appozzato” nell’imbuto finale della 5 chilometri) ma di sera è proprio oro quel che luccica. E, dopo l’”Hallelujah” con la voce di Bocelli, che ha accompagnato l’esibizione vincente del ragazzo di Ladispoli, adesso sono le note di “Fratelli d’Italia” a riempire la piscina di Doha mondiale, dove si è appena conclusa la gara del singolo maschile libero con Minisini vincitore grazie ai 210.1355 punti ottenuti, unico dei nove concorrenti oltre quota 200. 

Mondiali sport acquatici a Doha, tocca a Paltrinieri inseguire la medaglia nella 5km

E’ la quarta medaglia d’oro mondiale per Minisini: le tre precedenti le aveva vinte sempre in coppia, e questa è tutta sua (la prima individuale) e corona l’avventura cominciata prendendo granchi sulla spiaggia di Ladispoli e continuata sfidando ogni bullismo: il nuoto artistico, sembrava agli haters di allora (e forse anche a quelli di oggi), quando Giorgio era adolescente, è del 1996, una cosa “non da maschi”.

Ha proseguito perché voleva diventare bravo quanto il suo idolo visto al Foro Italico, l’americano Bill May. Niente lo ha fermato, neppure l’infortunio che gli ha fatto saltare i mondiali di sei mesi fa a Fukuoka. E un chiodo fisso: fare le Olimpiadi. Per ora potrebbe in squadra (ammessi due maschi per nazione) ma domani chissà… «Tanto nuoto finché sono competitivo» dice.

Colpo di scena

«Non avevo più l’idea di una medaglia» dice Giorgio. Ma forse è una bugia. «Menomale che è finita», bugia anche questa. «E’ una ripartenza, la stagione è lunga», questa è verità, Europei a giugno, poi Parigi si spera. Ha vissuto un colpo di scena, stavolta a favore. Era terzo dopo i preliminari che s’azzerano in finale. «Ripulisco l’esercizio», aveva detto e l’ha fatto riducendo il coefficiente di difficoltà. Il cinese Yang, ragazzo che ha 11 anni di meno, invece, aumentava il proprio. E così, ultimo in acqua, incappava in quei famosi basemark che sono la croce e non la delizia dei nuotatori artistici. Basemark vuol dire penalità e chi troppo vuole… Così mentre il cinese restava di sale sul divano del giudizio a bordo vasca, in zona mist, galleria sotterranea, Giorgio poteva festeggiare l’oro, il primo dell’Italia a Doha, scossa al medagliere ed ai cuori tifosi, anche quello di mamma Susanna che, curiosamente, è una “nemica sportiva”: allena il nuotatore artistico belga.«“Devo lavorare sull’aspetto mentale _ diceva ancora Giorgio _ e sono dispiaciuto perché non ho nuotato come volevo. La seconda medaglia? Ma io speravo di prenderne quattro…».

Mimmo & Greg

Passata la gara dei 5 chilometri con le ragazze (settima la Gabbrielleschi, quindicesima la Pozzobon, prima la Van Rouwendaal, l’olandese che aveva già vinto la 10 chilometri), sul pontone del Porto Vecchio di Doha si schieravano i 76 maschi. Il tedesco Wellbrock cercava di togliersi subito dalla mischia che talvolta diventa rissa e Paltrinieri, alla sua prima gara a Doha e non vedeva l’ora, gli si portava ai talloni e con Greg erano subito Mimmo Acerenza, i due ungheresi e i due francesi, l’eccellenza del mare, i provetti squali.

L'imbuto

L’acqua era fredda (poco più di 19 gradi), il gruppo si metteva presto in fila quasi indiana. Greg prendeva il comando delle operazioni: «Mi sentivo bene, sentivo bene l’acqua». L’onda veniva contro da un lato, a favore dall’altro. C’erano movimenti ma non sconquassi. I migliori sempre avanti, con qualche strappo, che era difficile da fare perché nuotavano a grande velocità. All’imbuto, che il corridoio che porta alla piastra, Greg sembrava potercela fare; ma poi chi andava di qua, chi di là, calcio e confusione, qualcuno (l’ungherese?) appozzò Greg («Mi sono fermato» dirà), il francese Fontaine toccava per primo, il francese Olivier per secondo, Mimmo terzo. Quarto l’ungherese Rasowsky, l’appozzatore, e Greg quinto. «Ma sto bene». E adesso staffetta (domattina) da favoriti e poi tutti in piscina. Paltrinieri c’è.

Rigori & rimpianti 

Finisce 15-14 il “clasico”, la sfida mondiale, tra Ungheria e Italia nel torneo di pallanuoto, fase a gironi. Finisce così ai rigori, dopo il 9 a 9 dei tempi regolamentari, finiti in parità dopo un doppio vantaggio andato via in 17 secondi per il Settebello. Ora tabellone in salita per l’Italia verso Parigi. I rigori cominciano male, con due errori azzurri; Campagna cambia portiere, sbagliano gli ungheresi; i cinque d’obbligo finiscono in parità, l’oltranza e il sogno che il subentrato Nicosia abbia tirato giù la saracinesca dura tre rigori. Gli italiani che avevano sbagliato (Di Somma e Renzuto) ora segnano, Echeniche cje aveva paerto la strada della rimonta no. L’Ungheria segna il sesto rigore, Settebello battuto.

Altre piscine

Bertocchi e Pellacani finiscono settime nel sincro dei tuffi da 3, Lorenzo Marsaglia dodicesimo nell’individuale. Nel nuoto artistico Cerruti e Ruggiero vanno in finale.

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