ZURIGO - L’oro della Panterita Grenot nei 400 metri, il quinto posto della giovanissima Federica Del Buono nei 1500 metri che alla fine se l’ presa con se stessa perch ha aspettato troppo a partire
Duecento metri per il britannico Gemili che, nonostante un bel vento contratio, 1,6 metri, ha vinto con 19”98 davanti a Christophe Lemaitre, ancora scofitto come nei 100 (20”15). Quinto un ragazzo padano, Marani appunto, con 20”43 (dopo il 20”36 di ieri in semifinale) che può diventare un punto di riferimento dello sprint italiano. Diego, che ha 24 anni, è stato scoperto a scuola dall’ex ostacolista azzurra Simona Parmiggiani che lo ha affidato al marito, velocista di buon valore negli anni Settanta, Giovanni Grazioli.
Grenot tra le donne e Martyn Rooney tra gli uomini. Il britannico ha conquistato l’oro nel giro di pista con 44”71 (assente in finlae il belga Johnathan Borlée) davanti al connazilnale Matthew Hudson-Smith battuto di 4 centesimi, con l’israeliano Donald Sanford bronzo (e con 45”27 ha centrato il primato di Israele).
Letzigrund scatenato come nella notte del meeting per sostenere Kariem Hussein. Il giovanotto svizzero di Münsterlingen, 25 anni, è il nuovo campione continentale dei 400 ostacoli: con 48”96 in un acceso finale ha tenuto a bada il ritorno dell’estone Rasmus Magi finito secondo (49”06).
Che sorpresa negli 800 metri maschili. Il superfavorito, l’uomo che solo lui poteva perdere e gettare via l’oro, lo ha fatto. Una missione impossibile ma l’ha realizzata. Parliamo del francese Pierre-Ambroise Bosse, 1’42”53 quest’anno a Montecarlo. Bosse ha corso con superiorità senza dare l’impressione di faticare neppure dopo il 50”97 a metà gara. È andato avanti altri 200 metri, poi ha cominciato per smarrire la sua sicurezza. Era l’inizio della fine, di un naufragio che lo ha visto, annaspando tra le onde per lui troppo alte, buon ultimo (1’46”55) mentre per il titolo il duello polacco ha visto la vittoria di Adam Kszczot (1’44”15) davanti all’amico Artur Kuciapski (1’44”89)e all’irlandese Mark Englash (1’45”03).
Dicevamo di Federica Del Buono, la ragazzina che sogna di diventare giornalista e studia scienze della comunicazione a Verona. «Sono soddisfatta ma nel finale ne avevo ancora - ha raccontato la veneta figlia d’arte - So che valgo meno di questo tempo (4’07”48) e per il futuro, con il cambio generazionale, so di poter essere davanti». Spensierata e saggia, Federica, che in gara ha un senso della posizione da fare invidia anche al più esperto dei corridori. «Che emozione correre qui, in questo stadio. Le Olimpiadi? Per me lo scorso anno erano un traguardo inimmaginabile; adesso dico che si può e non è più un sogno lontano ma un sogno concreto».
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