Un festival “in punta di piedi”: dallo Schiaccianoci ad “Alice” dei Momix

Lo Schiaccianoci del Moscow Classical Russian Ballet al Teatro Olimpico di Roma
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Giovedì 3 Gennaio 2019, 16:51
Si apre con il nuovo anno la IX edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma della Filarmonica Romana e Teatro Olimpico firmato dai rispettivi direttori artistici Andrea Lucchesini e Lucia Bocca Montefoschi.

Anche per questa nuova edizione non mancheranno novità e sorprese, affiancati dai grandi classici. Inaugurazione lunedì 7 gennaio (repliche l’8 e il 9, ore 21) con un classico del balletto qual è
Lo schiaccianoci”, nella storica coreografia di Petipa e la musica di Čajkovskij affidati al Moscow Classical Russian Ballet di Hassan Usmanov, direttore artistico e principale ballerino della Compagnia che l’ha fondata a Mosca nel 2004, formata da danzatori provenienti dalle maggiori compagnie e accademie di danza russe (fra cui quella del Bolshoi e di Vaganova) e riconosciuta in tutto il mondo come una delle compagnie di balletto russo di maggior prestigio, interprete di riferimento per molti capolavori classici della storia del balletto.

Fra i protagonisti Nadezhda Illarianova (Clara),Aleksanoli Betrimovich (Principe Lo schiaccianoci), Alexey Krul (Il mago Drosselmayer), Evgeniy Smirnov (Il re dei topi), Anastasiya Raykova (Franz). Il balletto ci porta alla sera della vigilia di Natale; fra i regali che la bambina Clara trova sotto l'albero c’è uno schiaccianoci a forma di soldatino, che animandosi nei suo sogni danzerà con lei, sconfiggendo l'esercito dei topi e guidandola nel castello dei dolci. Tra i momenti più celebri del balletto che andò in scena per la prima volta nel dicembre del 1892 al Teatro Marijinskij di San Pietroburgo, la scena dei fiocchi di neve e le danze di divertissement, ispirate alle danze tradizionali di diversi paesi, con la musica di Čajkovskij che si caratterizza per la ricca partitura che fa uso di strumenti-giocattolo, “tamburi-conigli”, tam tam, nacchere, richiami per gli uccelli e, per la prima volta in orchestra, la celesta.

Le riprese, le riedizioni, le nuove versioni di questo balletto susseguitesi per tutto il Novecento fino ai giorni nostri sono state tantissime. Valgono da sole le parole del grande coreografo George Balanchine che lo considerò come “uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro”, un incanto perenne dalle atmosfere oniriche tipiche della favola, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma per tutto l’anno…

La prima novità del Festival arriverà il 15 gennaio (in scena fino al 20), con
You&Me l’ultimo spettacolo dei leggendari Mummenschanz. Artisti che hanno saputo rivoluzionare il teatro visuale, da oltre quarant’anni sui principali palcoscenici di tutto il mondo, diretti dalla sua fondatrice Floriana Frassetto, i Mummenschanz hanno scelto la Filarmonica per presentare per la prima volta in Italia il loro nuovo spettacolo, formato in gran parte da nuovi sketch accanto ai numeri più celebrati della compagnia: si racconta una storia seguendo il filo sottile delle immagini, attraverso la potenza creativa del linguaggio non verbale di corpi e forme, con l’utilizzo di materiali poveri e e di scarto che mossi e modellati con la loro straordinaria maestria si trasformano in una fantasmagoria proteiforme centrata sull’umano, la quale ci trascina in un insolito girotondo gioioso, divertendoci e meravigliandoci.

E non mancherà di stupire anche l’atteso debutto mondiale il 20 febbraio del nuovo spettacolo
Alice dei Momix.
In scena fino al 3 marzo 
Alice nasce dalla fantasia di Moses Pendleton creatore e direttore artistico della compagnia di acrobati-ballerini fra le più celebri al mondo, da oltre trent’anni legati all’Accademia Filarmonica Romana di cui Pendleton è anche Accademico (unico coreografo ad esserlo).

Lo spettacolo si ispira alle celebre fiaba di Lewis Carroll Alice nel Paese delle Meraviglie, nella quale il coreografo più immaginativo del mondo della danza ha scelto di infilarsi, un mondo magico dove il corpo umano si trasforma e niente è ciò che appare, come solo i Momix sanno fare.

E anticipa:
«L’universo è immenso, e Alice è la sfida Momix di mettere in scena questo concetto. Non diventa solamente grande o  piccola ma si moltiplica e si restringe nei differenti quadri. Non creiamo solamente movimenti danzati ma facciamo danzare i personaggi. Potrebbero essere un tricheco, una medusa o qualsiasi altra cosa…», è la magia dei Momix che continua a sorprendere e a entusiasmare da quasi quarant’anni il pubblico di tutto il mondo.
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