In bilico "Tempo di Libri" a Milano, il Salone di Torino dice "no" all'alternanza

In bilico "Tempo di Libri" a Milano, il Salone di Torino dice "no" all'alternanza
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Mercoledì 26 Settembre 2018, 20:31
Due Saloni del libro sono troppo «onerosi per gli editori grandi e piccoli» e Milano rilancia a Torino la proposta di «unire le forze» e di avviare un progetto «nella condivisione più ampia». Ma da Torino arriva un chiaro no. E si riapre il balletto e la questione sul futuro di Tempo di Libri, che «sarà deciso dopo il 28 ottobre, giorno del consiglio di amministrazione di Fiera Milano». A spiegarlo e il presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi, a margine del Consiglio dell’Aie di oggi.

«I nostri editori grandi e piccoli ci hanno detto con grande chiarezza che se rimanessero due fiere del Libro, una a Milano e una a Torino, a poca distanza una dall’altra e a poche settimane una dall’altra e di fatto con un modello simile, questo comporterebbe per loro un onere finanziario-economico non sopportabile» ha spiegato Levi. E, di fronte «a una prospettiva di questo genere e al dovere dell’AIE di non portare alcun elemento di divisione all’interno del mondo del libro e dell’editoria, abbiamo proposto a Torino di unire le nostre forze mettendo insieme il meglio di ciò che Torino e Milano possono apportare a un disegno e a un progetto più largo, con la condivisione più ampia possibile».

In sostanza la proposta rimetterebbe in ballo, in qualche modo, l’idea delle edizioni alternate. «Una fiera del libro sostanzialmente è, da un lato, una grande vetrina commerciale per la vendita dei libri e contemporaneamente una grande festa del libro con una grande operazione culturale. Un’ipotesi che abbiamo immaginato - dice Levi - era quella di dire, facciamo insieme, contemporaneamente, nelle medesime date, una grande festa del libro, un grande festival culturale dell’editoria e della letteratura che si estenda sul grande bacino di Milano e Torino, della Lombardia e del Piemonte. Quanto alla parte commerciale - più onerosa e impegnativa anche come organizzazione - facciamola, nelle medesime date, all’interno di questa grande festa, alternativamente un anno a Milano e un anno a Torino» ha detto Levi.

«Disponibilissimi - ha aggiunto - a partire prima con Torino per riconoscere, in modo visibile, la sua primogenitura professionale. A una proposta di questo genere, che comportava anche la disponibilità a farsi parte attiva per contribuire a una soluzione dei problemi finanziari della Fondazione, e che non mirava in alcun modo alla conquista di Torino ma a una costruzione insieme del Salone, ci è stato risposto di no» ha affermato il presidente dell’AIE.

«Torino ci ha detto che in nessun modo poteva immaginare una soluzione ch comportasse una pur minima diminuzione dell’offerta per la città, rispetto al modello storico del Salone. Il loro è un progetto politico per lo sviluppo della città e della Regione. Il tutto - ha spiegato Levi - basandosi sulla sicurezza e garanzia di poter contare su contributi pubblici che comunque saranno in grado di garantire il presente e futuro del Salone come progetto autonomo».

Tutto questo, ha anche spiegato il presidente dell’AIE, lo abbiamo proposto in totale sintonia e intesa con Fiera Milano, socio di maggioranza con il 51% della società che organizza Tempo di Libri» e con cui «decideremo il futuro di Tempo di Libri, tenendo in considerazione, dopo il 28 ottobre, tutte le possibili opzioni».
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