Arte, le opere fantasma invadono i musei: cento capolavori escono dai depositi e "tornano a casa"

nella foto il Ritratto di Carlo V di Tiziano Vecellio dai depositi della Galleria Palatina degli Uffizi
di Laura Larcan
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Domenica 12 Dicembre 2021, 11:41

A volte le opere d’arte ritornano (anche) a casa. Nei luoghi d’origine o d’adozione. Madonne e paesaggi romantici, teste di leone in bronzo e gladiatori marmorei. Una sorta di viaggio ideale, come un libro Cuore, dagli Appennini alle Ande. Gioielli fantasma che escono dai depositi, da lustri e secoli di nobile silenzio, per resuscitare alla luce delle sale di piccoli grandi musei statali disseminati sul territorio. In principio fu il Cratere di Eufronio, il gioiello millenario restituito dopo decenni e decenni alla sua dimora etrusca di Cerveteri. Ora è la volta di cento opere d’arte, tra tele e reperti archeologici, statue e pale d’altare, praticamente sconosciute al grande pubblico, protagoniste del nuovo progetto lanciato dal Ministero della Cultura, voluto fortemente dal ministro Dario Franceschini per promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei grandi musei statali. Ma soprattutto per rivitalizzare i luoghi culturali sul territorio, piccoli mondi antichi che riconquistano “brani” di identità artistica.

Arte, le opere fantasma invadono i musei: cento capolavori escono dai depositi e "tornano a casa"

LE TRASFERTE

Cento opere pronte a partire con un’agenda già definita di trasferimenti e arrivi. Per un viaggio che sarà al centro di documentari di Rai Doc (diretto da Duilio Gianmaria). E per soggiorni che, come annuncia Franceschini, dureranno almeno dieci anni. Con un costo dell’operazione di un milione di euro iniziale: «Non solo per movimentare le opere dai depositi ma anche per restaurarle», precisa il ministro. Qualche esempio? Da Palazzo Barberini a Roma sono partiti ieri pomeriggio due paesaggi giovanili dipinti su tela da Salvator Rosa datati al 1635 destinati alle sale del Museo nazionale di Matera che può così arricchire la sezione dedicata al genere del paesaggio. «Si vede già l’anima romantica di questo fine artista del Seicento, dove compaiono figure misteriose e si percepisce una visione personale della natura - racconta la direttrice Flaminia Gennari Santori - Sono state acquistate nel 1907 sul mercato antiquario dall’allora direttore Federico Hermanin molto interessato alla pittura di paesaggio».

I LEONI DI CALIGOLA

Altro protagonista è il Museo Nazionale Romano. È il direttore Stèphan Verger a raccontare il repertorio delle partenze: «La Testata di leone in bronzo, l’originale arredo delle navi di Caligola datate al 37 e 41 d.C. che il 17 dicembre arriveranno al Museo delle Navi Romane di Nemi». A curare l’operazione, i vertici della Direzione generale Musei, con Massimo Osanna e Caterina Bon Valsassina. È lei ad illustrare alcune perle. Il nucleo di tele dai depositi di Brera che voleranno alla Galleria nazionale di Urbino, come la Madonna con il Bambino in gloria e l’Ecce Homo di Federico Barocci, la Madonna con il Bambino del Pomarancio, la Madonna con il Bambino in gloria di Simone Canterini detto il Pesarese.

E sempre da Brera, la tela di Giovanni Baglione, dal titolo Immacolata concezione tra i santi Pietro e Paolo, il 14 dicembre, andrà a Palazzo Altieri a Oriolo Romano (nel viterbese). Così come la Crocifissione con la Vergine del Garofalo (1522), o il San Bruno in preghiera di Carlo Bonomi confluiranno alla Pinacoteca di Ferrara, dove era stato concepito intorno al XVII secolo.

Anche la Galleria Borghese svela due dipinti del Garofalo per Ferrara. E dai depositi di Palazzo Pitti a Firenze (gli Uffizi) esce il Ritratto di Carlo V di Tiziano diretto in Lombardia, a Palazzo Besta a Teglio. Preziosa, l’Allegoria di Trieste e dell’Istria di Annibale Strata del 1861, che dai depositi dei Musei Reali di Torino tornerà al Castello di Miramare a Trieste. E il gruppo scultoreo del Gladiatore che uccide un leone che decorava la peschiera di Villa Giustiniani e il torso restituito dal Getty Museum nel 1999, dal Parco Archeologico di Ostia Antica, torneranno a impreziosire la Villa di Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano (sempre nel viterbese). E La Cista Prenestina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli tornerà al Museo Archeologico di Palestrina.

LA BANCA DATI

Il tesoretto di cento opere è solo un inizio. Il primo nucleo di una banca dati composta da 3.652 opere dai depositi di oltre 90 musei statali che possono essere movimentate. È Franceschini a dare la misura di un patrimonio invisibile. «A fronte di circa 480 mila opere esposte nei musei italiani, ce ne sono oltre 4,5 milioni che sono custodite nei depositi, senza contare le circa 187 mila cassette di materiale archeologico». Insomma, l’obiettivo è continuare per gradi. Intanto il calendario delle partenze è fitto. Si procede fino al 24 gennaio per poi registrare le ultime consegne nei primi giorni di febbraio. Al momento resta fuori dalla rosa dei trasferimenti, il famoso e chiacchierato San Francesco in meditazione del Caravaggio, in consegna a Palazzo Barberini, ma proveniente da Carpineto Romano.

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