Antartide, chi torna e chi rimane: cinque ricercatori italiani per 13 mesi isolati dal mondo Video

La nave polare italiana Laura Bassi
di Enzo Vitale
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Lunedì 15 Febbraio 2021, 21:54 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:56

Chi torna e chi resta. Un luogo non proprio ideale per trascorrere tredici mesi in isolamento, ma così è.

Da pochi giorni, infatti, si è conclusa la campagna numero trentasei del personale del  Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). Il gruppo di ricercatori itaiani ha "chiuso" la base stagionale "Mario Zucchelli” in prossimità del Mare di Ross eha fatto ritorno in patria, mentre altri sei italiani hanno iniziato la loro avventura in un'altra base, la Italo -francese Concordia posta sul plateau antartico orientale, nel sito denominato Dome C, un’altura a 3.230 metri sul livelo del mare, a una distanza di circa 1.200 km dalla costa, di oltre 1.000 km dalla Stazione  Zucchelli e dalla stazione francese Dumont d’Urville, e a 1.670 km dal Polo Sud geografico. Le sue coordinate all'estremità del globo sono: 75°06’ sud, 123°20’ est.

Gli italiani rimasti all'estremo Sud del nostro pianete, che rimarranno isolati per ben tredici mesi, sono Fabio Borgognoni (glaciologo), Marco Buttu (ingegnere elettrionico alla sua seconda esperienza estrema), Rodolfo Canestrari (Station leader e fisico dell'atmosfera), David Tosolini (informatico) e Simone Marcolin (cuoco). Alberto Razeto (medico), a causa di un incidente è dovuto rientrare e il suo posto è stato preso dalla dottoressa Giusi Canestrelli. Con loro cinque ricercatori francesi e un altro medico dell’Esa (Agenzia spaziale europea).

(Gli invernanti della base italo francese Concordia, tra cui i cinque italiani)

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GLI ITALIANI NELLA MISSIONE

«A causa delle forti limitazioni imposte dalle norme anti Covid -spiegano dall'Enea-, la campagna di quest’anno ha coinvolto un numero notevolmente inferiore di partecipanti rispetto al passato, per un totale di 72 persone - di cui 15 ricercatori e 57 addetti alla logistica - con 11 specialisti delle Forze Armate Italiane, 1 dei Vigili del Fuoco e i 6 winterover di Concordia».

Complessivamente sono state condotte attività di manutenzione e ricerca nell’ambito di 31 progetti scientifici, di cui 13 Osservatori riguardanti le scienze della vita, della Terra, dell’atmosfera e dello spazio.

Nonostante il personale logistico ridotto sono stati portati a compimento alcuni importanti lavori di ristrutturazione nella base italiana, come l’ampliamento della mensa e della zona giorno, la ristrutturazione delle stanze e l’ammodernamento dei laboratori.

(Una panoramica della Base italiana Mario Zucchelli nei pressi del Mare di Ross)

IL SALUTO DEGLI INVERNANTI DELLA PENULTIMA SPEDIZIONE AL MESSAGGERO

Alberto Salvati, Andrea Ceinini, Loredana Faraldi e Luca Ianniello salutano i lettori del Messaggero dalla Base italo francese Concordia)

L'EX STATION LEADER ALBERTO SALVATI

Prima dei nuovi cinque invernanti della spedizione numero trentasei, sul ponte vdi comando di Concordia si era seduto Alberto Salvati. Nato a Terni ma residente da anni a Roma (anche se il suo cuore sta a Cottanello, un paesino di 559 anime in provincia di Rieti), è tecnologo del Consiglio nazionale delle Ricerche. Si è laureato in Ingegneria Elettronico-informatico e poi ha conseguito un master in Ingegneria d’Impresa. Quella passata è stata la sua quarta esperienza al Polo Sud. Alla base italo-francese, Concordia, oltre ad essere stato lo Station leader, si era occupato  della gestione dei progetti di fisica dell’atmosfera e meteorologia. Tra i suoi hobby ci sono i viaggi, il cinema, la corsa, realizzare video, i trekking e fare hike in solitaria con bici e tenda.

LA NAVE POLARE LAURA BASSI

L'unica nave polare italiana è lunga 80 metri e larga 17 con una stazza di 4.028 tonnellate. E' stata costruita nel 1995 e il suo nome originale è “Ernest Shackleton” della norvegese Rieber Shipping  «Dopo una serie di ammodernamenti -ha spiegato Maria Cristina Pedicchio, presidente dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs)-, l'abbiamo chiamata "Laura Bassi" in onore della scienziata italiana che nel 1700 divenne la prima donna al mondo ad ottenere una cattedra universitaria». La nave può ospitare 72 persone incluso equipaggio con 50 posti per il personale scientifico. All'interno trovano posto un piccolo ospedale e anche una zona per il tempo libero. C'è anche un ponte di volo per elicotteri del tipo Super Puma.

Oltre al trasporto di personale e materiale da e per l’Antartide, la “Laura Bassi” ha ospitato a bordo 4 ricercatori dell’Università Parthenope di Napoli che hanno condotto una ridotta campagna oceanografica nel Mare di Ross per l’Osservatorio MORSea.

(La nave polare Laura Bassi, fonte Ogs (Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale)

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