Vincenzo Mollica: «Sono cieco, non vedo più i volti di mia moglie e mia figlia. Mi mancano»

Sabato 9 Dicembre 2023, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 20:24

La malattia

La cecità è stato un problema. «Fin da allora ho adottato una tecnica. Ho mandato a memoria tutte le strade, tutte le stanze, tutti gli alberi. Li so, per averli visti. Per verificare chiudevo l’occhio destro e controllavo se la mia memoria aveva immagazzinato tutto. A Sanremo o a Venezia mi bastava uno sguardo per fare una panoramica di luoghi e persone. Ho sempre scritto tutto a mano, ma negli ultimi anni non ho più potuto farlo. Così gli articoli ora me li compongo nella testa, come fosse un foglio bianco. Voglio sentire, in qualche modo vedere, le lettere che si assemblano: la forma austera della B, il carattere sbarazzino della T. Per tutta la vita ho sempre girato con un bloc notes nella tasca. Ogni tanto, infatti, Alda Merini mi telefonava per dettarmi una delle sue poesie. E io dovevo essere pronto per trascriverla». Cosa gli manca? «Mi mancano i volti di mia moglie, i suoi occhi azzurri e il suo sorriso, mi manca il volto di Caterina e la sua luce».

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