Da Mew di Amici a Sangiovanni e Mr Rain: «Io depressa, smisi di mangiare». Zampaglione: «Ragazzi presi dal nulla e sparati al vertice, una follia»

Lunedì 4 Marzo 2024, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:49

L'attacco di Zampaglione

È il prezzo da pagare in cambio della popolarità. Che però è diventato evidentemente troppo salato. «Tutto questo ricorda il Paese dei balocchi nella favola di Pinocchio, compreso il triste epilogo in cui i giovani vengono trasformati in asini e buttati a mare»: la metafora più calzante per descrivere quel lato oscuro dello show business sul quale sempre più artisti - spesso di nuova generazione - stanno facendo luce, da Sangiovanni a Mr. Rain, passando per Ghemon, Mew e Damiano e i suoi Maneskin, l'ha trovata Federico Zampaglione. Il 55enne cantautore romano, leader dei Tiromancino, tra le band più amate dei primi anni Duemila, ha affidato ai social un pesante j'accuse rivolto ai meccanismi della discografia, per i quali «i ragazzi vengono presi dal nulla e senza alcuna gavetta sparati subito ai massimi livelli possibili del music business», pretendendo che «ogni due mesi sfornino la hit e che riempiano stadi e palasport senza prima aver suonato mai neanche in un club». «Se qualcosa comincia a non funzionare, li fanno scomparire in un istante», tuona Zampaglione. Uno sfogo da fratello maggiore. Arrivato dopo l'annuncio dello stop di Sangiovanni e il dito puntato da Mr. Rain: «Dopo questo disco mi fermo. Voglio studiare. E per farlo devo restare un po' lontano dalle scene. Siamo sopraffatti da pressioni che ci rendono schiavi di un sistema che corre troppo veloce», ha detto il 32enne rapper bresciano di Supereroi.

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