Meloni: «Ora do io le carte, no ai condizionamenti. Pozzolo sospeso, Mattarella non resterà inascoltato»

Venerdì 5 Gennaio 2024, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 09:17

Le elezioni Ue e la nuova maggioranza

Restando su Bruxelles, Meloni non scioglie la riserva rispetto ad una candidatura per il voto di giugno, pur mostrandosi interessata. «Nulla conta di più che sapere di avere il consenso» spiega, evidenziando come non sarebbe «una presa in giro» per gli elettori perché non andrebbe poi all’Europarlamento, e preoccupandosi di «non sottrarre tempo» al lavoro da premier. In ogni caso, ragiona, «una mia candidatura potrebbe portare altri leader a fare la stessa scelta potrebbe diventare un test democratico interessante». E per questo rimanda ogni annuncio a dopo un faccia a faccia con Salvini e Antonio Tajani. Per ora, inoltre, la premier nega l’ipotesi di un rimpasto dovuto all’aver “perso” qualche ministro perché candidato alla Commissione Ue: «non lo auspico né lo voglio». Così come fa melina sul nome di Mario Draghi come possibile candidato alla presidenza. «Per chi conosce funzionamento della Commissione - spiega - è impossibile parlare oggi». E poi: «Draghi ha dichiarato di non essere disponibile».

Infine Meloni nega anche la possibilità che l’Ecr, il partito dei conservatori Ue di cui è guida, possa sostenere una maggioranza Ursula a Strasburgo. «Non sono mai stata disponibile ad alleanze parlamentari con la sinistra» dice, rimarcando però come il sostegno alla Commissione o sui singoli dossier sia tutt’altra cosa rispetto all’essere in maggioranza. Così come sono tutt’altra cosa, nell’ottica della premier, Le Pen e Afd. Se con i tedeschi alleati di Salvini ci sono «distanze insormontabili», con la francese la situazione è diversa. «Sulla Russia ad esempio Le Pen sta facendo un ragionamento interessante».

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