Famiglia queer, il significato della parola e il valore per Michela Murgia: ecco cosa è

Venerdì 11 Agosto 2023, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 09:56

La descrizione di Michela Murgia

«La parola più queer che esista in sardo è "sa sposa/su sposu". Letteralmente significa "fidanzata/fidanzato", ma nell'uso comune è piegata di continuo a rapporti con col fidanzamento non hanno nulla a che fare, così come col genere o con l'età. I padri e le madri chiamano così i figli, che la usano a vicenda e verso i genitori. I nonni e le nonne ci chiamano tutto il nipotame. Gli amici e le amiche si apostrofano in quel modo tra loro anche scherzosamente in forma tronca: "sa spò/ su spò". Nelle foto - aveva spiegato Michela Murgia postando alcune foto della sua famiglia queer - esempi di sposa e sposo stabili della mia vita. Sono personali, certo, ma non vogliamo siano più private. La queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo».

Nella famiglia queer di Michela Murgia il marito Lorenzo Terenzi e gli altri "Fillus de anima", figli dell'anima come scriveva nel suo romanzo più famoso, Accabadora. Il cantante lirico Francesco Leone, l'attivista Michele Anghileri e tante donne a lei molto legate, come le scrittrici Chiara Valerio e Chiara Tagliaferri.

«Nella queer family che vivo non c'è nessuno che non si sia sentito rivolgere il termine sposo/sposa in questi anni. Dopo lo sconcerto dei non sardi ha vinto l'evidenza: l'elezione amorosa va mantenuta primaria, perché nella famiglia cosiddetta tradizionale i sentimenti sono vincolati ai ruoli, mentre nella queer family è esattamente il contrario: i ruoli sono maschere che i sentimenti indossano quando e se servono, altrimenti meglio mai. Usare categorie del linguaggio alternative permette inclusione, supera la performance dei titoli legali, limita dinamiche di possesso, moltiplica le energie amorose e le fa fluire»

© RIPRODUZIONE RISERVATA