City break a Cagliari: la città di Gigi Riva da vedere, da fare e da mangiare

Venerdì 9 Febbraio 2024, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 18:55

Il tour a bordo dell’“apixedda” alla scoperta della Cagliari storica

Ma che bel castello, quello dentro le mura della città vecchia! Un maniero di arenaria giallastra e un antico quartiere sul colle di San Michele che vale una gita, per scoprire palazzi storici e panorami dall’alto. L’ideale, per un tour divertente e insolito, è affidarsi a “Calessino Cagliari tour”, che propone un giro in una “apixedda” particolare, con il tettino apribile e dal tocco vintage, con il suo cestino in vimini stipato sul retro. Curva dopo curva, si sale fino alla Torre di San Pancrazio, ingresso del “Castédhu”, dove si trovano la Cattedrale di Santa Maria e alcune sontuose dimore sede di istituzioni di epoche passate, oltre al maestoso Bastione San Remy, che affaccia sul centro e sul quartiere di Stampace. Una zona cara a tutti i sardi per ospitare la chiesetta di Sant’Efisio, riconoscibile dalla cupola piccola e marrone, intitolata al martire legato alla fine della drammatica epidemia di peste che colpì l’isola nella metà del XVII secolo. Il suo culto è più vivo che mai e culmina nei festeggiamenti del primo maggio, quando una solenne processione dedicata al santo, che è anche un partecipato evento folcloristico in costume, richiama devoti da tutta la Sardegna. L’uscita dalla Torre dell’elefante, che in alcuni giorni è possibile anche visitare, lascia alle spalle l’odore del fritto nell’aria dei ristorantini sul mare di via Santa Croce, dove la visuale sconfina fino ai lontani allevamenti di cozze. Il tour continua alla volta del quartiere gioiello Villanova, dove si mantiene viva l’antica tradizione medievale di tenere le piante fuori dalle case, perché gli alloggi, un tempo appartenuti ai contadini, sono di piccole dimensioni. Sfrecciando tra i vicoli ammantati di verde, si approda nella quiete di piazza San Domenico, un silenzio quasi irreale, ideale per ristorarsi con un aperitivo tipico locale: un calice di bianco, magari un Is Argiolas, delle olive, un pezzo di formaggio e della salsiccia. Poi, paghi della tappa semplice ma ricca di bontà, si raggiunge il Mercato coperto di San Benedetto, dove si assaggia la bottarga mentre ci si immerge tra banchi di spigole, orate, saraghi, mormore, seppie, sardine, tonni, polpi e cozze. Sono i tesori dei pescatori locali, generosi nell’accogliere i curiosi e ammalianti, quando si sente intonare, dal box numero 12, un antico canto propiziatorio del mare, che dà il benvenuto ai forestieri. Palpita il cuore del conducente, un cagliaritano doc, quando gli viene chiesto di includere nel tour una breve sosta davanti allo Stadio Amsicora: è quello dello scudetto, lui lo sa e al suo ingresso sono uno poteva essere il murale: è Gigi Riva in azione con la maglia del Cagliari, l’uomo che, con i suoi gol, regalò alla città che aveva scelto come casa, la gioia di un orgoglio eterno, proprio come “Rombo di tuono” per i sardi.

Il murale di Gigi Riva
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