Mindfulness, meditare camminando: liberarsi dal carico mentale in 5 mosse

Concentrarsi sulle percezioni, senza farsi distrarre da pensieri e rumori. Il periodo migliore per cominciare è proprio la primavera

Mindfulness, meditare camminando: liberarsi dal carico mentale in 5 mosse
di Stefano Ardito
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Giovedì 13 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:45

«Cerchiamo spesso la felicità altrove, invece è proprio qui, come il sole oscurato dalle nubi». Così, quasi vent’anni fa, il medico e biologo Jon Kabat-Zinn scriveva in “Dovunque tu vada ci sei già”, un libro che è diventato un best-seller, prima negli Stati Uniti e poi in Italia.

L’obiettivo dell’autore, nato a New York e che insegnava a Boston, era di combattere depressione, infelicità e somatizzazioni concentrandosi sul presente. La Mindfulness, che significa “pienezza della mente”, è una pratica di meditazione che s’ispira all’Oriente (Kabat-Zinn praticava l’Hatha Yoga), ma è stata messa a punto secondo un metodo scientifico e con protocolli rigorosi. Al contrario della meditazione tradizionale non punta a farci entrare in una dimensione spirituale, ma a farci accostare a noi stessi in modo consapevole. La primavera è il momento migliore per iniziare. Il Mindful Walking, la camminata consapevole, serve a liberarci dal carico mentale che portiamo con noi ogni giorno, e fa bene specie se praticata nella natura. Meditare camminando impegna, aiuta a concentrarsi, è dinamico e anti-noia, fa bene. E può essere fatto sempre e dovunque, o quasi.

«Camminare è un gesto motorio profondamente benefico, perché agisce sulla salute di corpo, cervello, cuore e mente. Il cuore batte con più energia, il sangue circola più vigoroso, il respiro si fa più profondo», spiega Maria Beatrice Toro, psicologa, psicoterapeuta e autrice di libri sull’argomento. L’ultimo, “Crescere con la Mindfulness”, si rivolge anche ai bambini, che oggi sono esposti a impegni e pressioni capaci di generare in loro rabbia, ansia, tristezza e paura. Per accostarsi al Mindful Walking, gli esperti danno dei consigli semplici.

PIEDI BENE A TERRA

Iniziare stando in piedi per qualche istante, sentendo la pressione delle piante dei piedi sul pavimento. Incamminarsi nella postura più comoda facendo oscillare leggermente le braccia o tenendole dietro la schiena. Si deve camminare a un ritmo naturale, rallentando rispetto all’andatura abituale per assorbire il ritmo del cammino. Ogni volta che un pensiero si affaccia alla mente, occorre tornare alla sensazione di camminare per camminare, senza scopo.

Che si pratichi in casa o all’aperto bisogna fare attenzione ai suoni, seguendoli uno alla volta finché non scompaiono. Lo stesso dev’essere fatto con i colori e gli oggetti, concentrandosi sulla percezione e non esprimendo giudizi.

Alla fine bisogna osservare il proprio stato mentale. È come prima o è cambiato? Per le prime esperienze di Mindful Walking è bene scegliere un ambiente protetto come la casa. Basta un percorso senza ostacoli di circa tre metri, in un corridoio o in una stanza, da seguire con abiti comodi e preferibilmente a piedi nudi. Qualunque ambiente si scelga, la camminata consapevole dovrebbe essere praticata tutti i giorni, per 10-20 minuti. Si inizia in piedi con gli occhi chiusi, la schiena eretta, le spalle rilassate, le braccia accanto ai fianchi, le ginocchia appena flesse e i piedi allineati con le spalle. Dopo una decina di respiri si aprono gli occhi e ci si incammina lentamente, concentrandosi sulle sensazioni che arrivano dalla pianta dei piedi. Alla fine del percorso ci si ferma, si richiudono gli occhi, ci si gira lentamente e si riparte. Ogni volta che un rumore o un pensiero ci portano altrove, si deve riportare l’attenzione sul corpo e sulla pianta dei piedi. La camminata consapevole nella natura (si può fare su un prato, in un bosco, in un giardino…) è più attraente, ma espone al rischio di essere distratti da suoni e altri stimoli che arrivano dall’ambiente intorno a noi.

LE POSIZIONI

La posizione di partenza è identica a quella per la pratica in casa. Prima di partire, a occhi chiusi, si “ascolta” la natura intorno a noi, dal calore del sole, al canto degli uccelli e al vento. Poi ci si concentra sulla pianta dei piedi. Come in casa, si cammina alzando bene il piede, poggiando il tallone e poi facendo rollare fino alle dita. Se un rumore o qualcos’altro ci distrae, si può spostare lo sguardo per capire cos’è, per poi tornare a concentrarsi sulle piante dei piedi. Il percorso può essere più lungo che in casa. Il Mindful Walking in città è la pratica più complicata di tutte, e richiede molta concentrazione, in compenso insegna a tenere a distanza gli stimoli del mondo esterno. Farlo in mezzo alla folla, o accanto a una strada trafficata, magari nel breve tratto tra casa e la fermata dell’autobus è una sfida impegnativa. In città gli occhi devono ovviamente restare aperti, e i piedi non possono essere nudi. È importante percepire i rumori esterni soltanto come suoni, senza tentare di capire di che cosa si tratta, o da dove provengano. Anche le immagini visive, dalle persone alle vetrine dei negozi, devono restare al margine, come una quinta teatrale.

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