La revisione dei Lea può mettere a rischio gli interventi e l'assistenza oculistica

Il nuovo tariffario al via dal 2025, potrebbe rendere la cataratta troppo costosa per gli ospedali

La revisione dei Lea può mettere a rischio gli interventi e l'assistenza oculistica
di Francesco Bandello*
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Giovedì 11 Aprile 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:44

Cataratta fuori dal servizio sanitario nazionale?

È urgente una soluzione permanente. La proroga del governo rimanda solo il dramma per i cittadini. Il rinvio dei nuovi tariffari Lea, i Livelli essenziali assistenza, al gennaio 2025 è una vittoria per la Medicina e la società civile. Ma, purtroppo, una vittoria temporanea. Il problema di fondo rimane: si rischia che chi ha i mezzi economici si curerà privatamente. E, chi non li ha, diventerà ipovedente. Usiamo il tempo da oggi a dicembre 2024 per trovare una soluzione al collocamento dell’oculistica nel servizio sanitario nazionale.

L’ultima revisione dei Lea, che sarebbe dovuta entrare in vigore ad aprile 2024 (rimandata a gennaio 2025) prevede un risarcimento dell’intervento di cataratta per gli ospedali del servizio sanitario di circa 800 euro: pochi per coprire i costi del personale, dei materiali e della sala operatoria. Per non parlare delle tecnologie innovative spesso decisive.
Se questa revisione andrà veramente in vigore, i Direttori Generali delle aziende sanitarie decideranno di non lavorare in perdita e spingeranno i medici ad eseguire sempre meno cataratte, lasciando due alternative ai pazienti: chi potrà pagarsi il privato, si farà operare, chi non avrà i mezzi, rischierà, come detto, la cecità. La preoccupazione, oltre che dei pazienti, è anche quella di un nutrito panel di medici oculisti, tra i circa 6-7.000 sull’intero territorio italiano, di cui intorno ai 1.500 nel servizio sanitario. 

L'oculistica sta scomparendo dal servizio sanitario

Abbiamo presentato la nostra posizione nella Sala Stampa della Camera dei Deputati durante l’incontro “Sanità pubblica senza cataratte. Così l’oculistica sta scomparendo dal servizio sanitario” a cura dell’Associazione Italiana Pazienti Oculari con l’Associazione Italiana Medici Oculisti, la Società Italiana Scienze Oftalmologiche e l’Associazione Pazienti Malattie Oculari (associazionepazientimalattieoculari.it).

Il problema di fondo è che l’Oculistica è considerata una disciplina sulla quale si può risparmiare, e rischia come già l’Odontoiatria e la Dermatologia e, in parte, l’Otorinolaringoiatria, di venire sacrificata all’interno del servizio pubblico fino a scomparire.

La sanità attuale non è più quella di cui ci siamo vantati in passato. Una sanità nella quale i medici erano protagonisti ed integravano con gli istituti di appartenenza l’assistenza verso le categorie meno abbienti non tutelate dai pur efficienti enti che gestivano esclusivamente la salute delle categorie lavorative.

Quello che si lascia presagire è che l’assistenza ospedaliera venga limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri.

L'appello per il futuro dell'Oculistica

Quella di sacrificare l’Oculistica è una scelta lucida. È la scelta sbagliata: costa più di quanto faccia risparmiare e sacrifica il futuro di una disciplina che non potrà più contare su giovani medici formati nella sanità pubblica. La proroga del Governo, che rimanda l’applicazione del nuovo tariffario Lea è sì una vittoria per chiunque abbia a cuore la sanità pubblica, ma è una vittoria di breve durata. Perché, fra pochi mesi, il problema rischia di riproporsi.

Tutti/e noi vorremmo lanciare un appello per provare a guardare al futuro dell’Oculistica esplorando con coraggio, flessibilità e onestà intellettuale il futuro nel servizio sanitario nazionale. Siamo a disposizione per contribuire a individuare le soluzioni che consentano di garantire la migliore assistenza possibile agli italiani con cataratto. Nel rispetto di quei vincoli di spesa che sappiamo essere in valicabili.

Le soluzioni per una migliore assistenza

Tre le strade che si possono percorrere: 1) Modificare i Lea permettendo agli ospedali di ricevere almeno 1000 euro per intervento di cataratta 2) Indicare un livello di reddito al di sotto del quale la cataratta venga comunque garantita dal servizio sanitario 3) Accettare in maniera trasparente che tutti i cittadini e le cittadine devono pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per la salute visiva. Già ora le liste di attesa superano i 18 mesi. Se le cose rimangono come sono, eseguire la cataratta in ospedale diventerà un’illusione.

 *Direttore Clinica Oculistica
Università Vita Salute Ospedale
San Raffaele Milano 
Presidente Associazione 
Pazienti Malattie Oculari

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