Stadio a Pietralata, pressing della Roma sugli espropri e sul traffico. C'è il nodo terreni

La società al Campidoglio: valutare più avanti l’impatto sul quadrante

Stadio a Pietralata, pressing della Roma sugli espropri e sul traffico. C'è il nodo terreni
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 27 Dicembre 2022, 00:12

Espropri e traffico: entra nel vivo la discussione sullo stadio di Pietralata, con la Roma in pressing, e arrivano le prime inevitabili frizioni con i tecnici capitolini. Per gli espropri, secondo la Roma, a maggio 2023 andrà in prescrizione il diritto degli antichi proprietari delle aree che erano state espropriate negli anni scorsi per realizzare lo SDO - la città di uffici e ministeri - ad avere indietro i terreni, il cosiddetto rischio della retrocessione: dopo maggio, “eventuali contestazioni finalizzate” alla retrocessione delle aree “sarebbero insuscettibili di essere accolte”. E se questo non blinda definitivamente l’iter del progetto, lo mette almeno al riparo dal rischio che lentezze e cavilli burocratici possano fermarlo.

Prima di Natale la Roma ha fatto la sua parte e ha consegnato più o meno tutte le integrazioni documentali al progetto richieste dagli uffici pubblici. Fra i documenti che la società giallorossa ha presentato in Campidoglio ci sono anche due pareri legali pro veritate. Questi pareri sono stati elaborati dall’avvocato Luisa Torchia, professoressa di Diritto Amministrativo a Roma Tre, con antichi legami con il sindaco Gualtieri e con Alberto Stancanelli, capo di Gabinetto del Sindaco.

LE POSIZIONI

Nel parere sugli espropri - tema che tiene banco su Pietralata sin da quando la Roma l’ha scelta come area dove costruire lo stadio - l’avvocato Torchia sottolinea anche come “i precedenti proprietari dovrebbero in ogni caso restituire l’indennità di esproprio originariamente ricevuta dall’amministrazione”. 
Altra novità: per la Roma spetterebbe alla Giunta e non al Consiglio comunale emanare la Dichiarazione di pubblico interesse. Una posizione che gli uffici comunali stanno esaminando ma sulla quale vi sono idee diverse perché la dichiarazione di pubblico interesse avrebbe effetti su urbanistica, espropri e patrimonio, tre materie, ribadisce il Campidoglio, di competenza esclusiva del Consiglio comunale. 

LA TENSIONE

È sul secondo parere, dedicato alla mobilità, che si accendono invece le tensioni: la Roma chiede che l’Assessorato ai Trasporti non esamini in questa fase dell’iter i problemi sul traffico ma rimandi tutto al progetto definitivo: “Non sussistono (nelle norme, ndr) riferimenti espressi alla necessità di allegare analisi sui flussi di traffico e verifiche di sostenibilità trasportistica” e la legge “non contiene indicazioni tali da legittimare espressamente la richiesta di un grado di dettaglio avanzato in sede di conferenza di servizi preliminare”.

Quindi, “la verifica di sostenibilità trasportistica ricade in una fase successiva, relativa al progetto definitivo”. Insomma, per la Roma il traffico e la sua sostenibilità devono essere valutati quando ci sarà il progetto definitivo.

L’ITER

Pochi giorni prima di Natale, in una riunione dei vertici comunali, sotto la guida del Direttore generale del Campidoglio, Paolo Aielli, il Dipartimento Mobilità ha, però, ottenuto che il Comune non tenga conto di questo parere legale: è probabile che, a breve, verranno chiesti alla Roma altri chiarimenti proprio sulla viabilità e il traffico.

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