«A Tor Bella Monaca offrono pane e criminalità», ha detto don Antonio Coluccia lasciando la cittadella giudiziaria di piazzale Clodio, stupito per la decisione del giudice che non ha riconosciuto il tentato omicidio a carico del giovane che avrebbe cercato di investirlo, ma già pronto a perdonare il suo aggressore. Il prete antimafia, da anni sotto scorta e vittima due settimane fa di un possibile agguato, è stato sentito dal pm Antonio Clemente e ha ripercorso i fatti dello scorso 29 agosto, quando Sergio Del Prete, 28 anni, in sella al suo scooter T-Max, lo ha quasi travolto mentre stava attraversando la strada passando sulle strisce pedonali. La procura indaga per tentato omicidio, un reato che non è stato però riconosciuto dal gip Paolo Scotto di Luzio che, convalidando l'arresto di Del Prete, ha contestato solo le lesioni e la resistenza a pubblico ufficiale. «Non capisco come mai non sia stato riconosciuto il tentato omicidio - ha detto il sacerdote - stavo attraversando le strisce, lui ha detto qualcosa che non ha capito, io ho fatto un cenno di saluto e poi lui ha accelerato».
IL PERDONO
Ma il sacerdote, che da anni si batte per allontanare dalla strada e dalla criminalità i ragazzi di Tor Bella Monaca, ha già perdonato il suo aggressore. Citando un'enciclica di Papa Giovanni XXIII, ha detto che «non bisogna confondere l'errore con l'errante», che deve essere trattato con umanità e compassione.
Ora Del Prete, che ha precedenti per rapina, detenzione ai fini di spaccio e ricettazione, è detenuto nel carcere di Regina Coeli. È stato ferito a un braccio da un agente della scorta di don Coluccia, che ha sparato due colpi di pistola. Nel sellino del T-Max gli inquirenti hanno trovato armi da taglio. Dalle analisi effettuate in ospedale è emerso che quel giorno l'indagato era sotto l'effetto di cocaina.
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I fatti sono avvenuti in via dell'Archeologia, nel primo pomeriggio del 29 agosto.
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