Le auto di Roma più forti di tutto. Anche del carro attrezzi

di Pietro Piovani
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Mercoledì 22 Gennaio 2014, 23:44 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 07:43
Dice "c' traffico a Roma" no: pi avanti c' un bar



@giovannivernia





A Lungotevere dei Mellini c’è il Gran Caffè Esperia (l’ex Ruschena) che da alcuni anni ha cambiato gestione ed è tornato a essere un posto di ritrovo per i romani. Il successo di questo bel locale produce però uno spiacevole effetto collaterale: non essendoci uno straccio di parcheggio in tutta la zona, ogni giorno davanti al bar le automobili si accatastano in mezzo alla carreggiata, nello spazio tra una corsia e l’altra, ostacolando il traffico e il passaggio dei pedoni. Ciclicamente, diciamo una volta a settimana, arrivano i vigili urbani con i carri attrezzi a rimuovere le macchine dalla strada, come bravi giardinieri che strappano l'erba cattiva da un bel prato. Ma proprio come l’erba cattiva, dopo poche ore quelle sono già rispuntate al centro della carreggiata. In attesa che tornino di nuovo i carri attrezzi e via così, all'infinito, seguendo una routine che i clienti del bar, i passanti e i residenti vivono tutto sommato con indifferenza, come se la cosa non li riguardasse.



Le macchine di Roma a volte sembrano creature dotate di vita autonoma, senza padrone. Sono come le formiche che in casa non riesci a eliminare, ne fai strage con il ddt ma loro ritornano sempre, più numerose di prima. Come gli storni sugli alberi, li mandi via da un quartiere e loro si accomodano nel quartiere a fianco. La metropoli più antica del mondo sarebbe in teoria un ambiente poco ospitale per le automobili, che non sono fatte per muoversi tra strade strette e aggrovigliate. Invece loro sono state capaci di adattarsi. Nella giungla urbana ci si trovano benissimo, loro. Noi un po’ meno.



pietro.piovani@ilmessaggero.it