La «Cavalcata» che ora non c'è più

La «Cavalcata» che ora non c'è più
di Fabio Isman
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Sabato 22 Ottobre 2016, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 18:00
LA STORIA
Non c'è più da tempo, ma era magnifica: ce lo raccontano ancora dipinti e stampe che la descrivono. La prima risale all'aprile 858, voluta da papa Niccolò I, poi proclamato santo; nel 1775, come vedremo, cambia di forma e d'aspetto; viene poi sospesa per la breccia di Porta Pia, e ripresa solo nel 1939, ma da allora, non è più quella di un tempo. E' la «presa di possesso» del papa, che, appena eletto, si reca dal Vaticano a San Giovanni in Laterano, la sede della sua diocesi. E, una volta, era la ricchissima «Cavalcata» papale: un immenso corteo, con il pontefice in sella a una mula bianca, poi in carrozza. Ormai, evidentemente, a bordo di un'automobile, e gran parte della poesia è sparita.

LA FESTA
La «Cavalcata» era una festa solenne di tutta Roma, anche perché percorreva l'intera città. Dal Vaticano, fino al Campidoglio; qui, il papa compiva l'«adscensus»: saliva al Palazzo Senatorio, e riceveva l'omaggio della collettività romana, prima il Senatore, poi il Comune e il sindaco. Da qui, dopo la «descensio», il passaggio nei Fori, lungo la Via Sacra e gli archi trionfali di Settimio Severo, Tito e Costantino, fino a un altro arco, di legno ed effimero, non lontano dagli Orti Farnesiani; concludevano il transito al Colosseo e l'arrivo a San Giovanni in Laterano. S'intende, tra ali di folla osannante, con un corteo nutritissimo. Lo si vede ancora in tante raffigurazioni. Prima, i drappelli di cavalleggeri; poi, un discreto numero di cardinali, pure in sella; i «mazzieri», i componenti della Cappella e della Famiglia pontificia, e i sediari. Erano tutti nobili, tutti «superbamente addobbati». Seguivano i corazzieri del Papa (dal 1506, anche la Guardia svizzera), i Camerieri, gli Abbreviatori, altri Cardinali, i Patriarchi, i procuratori apostolici, l'Auditor Camerae, il Suddiacono della Sacra Rota, i palafrenieri. Il nuovo papa era seguito dai Maestri di Strada, dai Camerieri assistenti, dal medico e da altri armati ancora, da centinaia di nobili e dignitari vari.

IL SIGNIFICATO
La «Cavalcata» segnava il potere spirituale e temporale dei pontefici; e il collegamento ombelicale tra la tomba di San Pietro, la fonte di legittimazione della Chiesa, e l'antico Patriarchio, la cattedra vescovile fonte di legittimità per il papa, che, si sa, è il Vescovo di Roma. La prima volta, la vuole Niccolò Magno, diacono e consigliere di Benedetto III, il predecessore, eletto nel convento di San Silvestro il 24 aprile 858 (anche se era assente), che, quando viene il momento della cerimonia, lascia il Vaticano a cavallo, e arriva al Laterano. Per altri, invece, il primo è perfino Leone III, nel 795. Dal XII secolo, fu utilizzata una mula bianca, in segno di umiltà, e ha dato anche origine a una serie di scioglilingua dialettali nella penisola, un po' volgari: «La mula del papa fa pipì sulla lastra di pietra liscia, e la cacca nel pozzo profondo». L'ultima volta, il rito si tiene nella forma originaria il 26 novembre 1769: Clemente XIV Ganganelli di Sant'Arcangelo di Rimini, eletto dopo tre mesi e 179 votazioni e sepolto ai Santi Apostoli, in un mausoleo di Antonio Canova, cade infatti a terra; disarcionato da un animale impaurito per le acclamazioni della gente. Ma anche prima, alcuni avevano usato una lettiga, altri un cavallo; da allora, però, saranno solo le più comode carrozze. Fino al 18 maggio 1939, quando Pio XII Pacelli inaugura l'era dell'automobile. Ma in via del tutto eccezionale, le cavalcate avvenivano anche per gli ospiti particolarmente illustri: famosa quella del 1655, per il solenne ingresso in città di Cristina di Svezia.

RAFFIGURAZIONI
Come era la «Cavalcata», possiamo ancora vederlo da molte raffigurazioni.
Recentemente, l'Archivio di Stato ha potuto restaurare quella di Alessandro VIII Ottoboni: sei file di personaggi in corteo, tutti i gruppi descritti. Mentre in quella di Cristina San Pietro è ancora la vecchia basilica, qui, il 23 ottobre 1689, il colonnato di Bernini risplende. Due ne aveva affrescate al Quirinale Antonio Tempesta (1555 - 1630), volute dal cardinal Scipione Borghese.
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