Gli italiani hanno più paura dei reati, la conseguenza post-pandemica: lo studio dell'Eurispes

Grate alle finestre e porte blindate sono gli strumenti più usati per difendersi

Gli italiani hanno più paura dei reati, la conseguenza post-pandemica: lo studio
di Giampiero Valenza
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Venerdì 5 Maggio 2023, 12:46 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 13:48

Gli italiani hanno paura ad uscire la sera. E da quando è scoppiata la pandemia hanno più ansia di subire un reato. Questo è quanto emerge dall'indagine "La criminalità tra realtà e percezione" realizzato da Eurispes e dalla direzione centrale della polizia criminale presentato a Roma nella sala conferenze della Biblioteca nazionale centrale. 

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Per sondare il livello di sicurezza percepito dai cittadini, sia in riferimento alla propria persona sia all’ambiente circostante, l’Eurispes e la Direzione Centrale della Polizia Criminale, con l’ausilio del Servizio di Analisi Criminale, hanno messo a punto e realizzato un’indagine sul territorio nazionale che ha coinvolto 1.026 cittadini. Il 61,5% dei cittadini afferma di vivere in una città/località che giudica sicura. Rispetto ai risultati ottenuti alla stessa domanda nella rilevazione effettuata dall’Eurispes nel 2019, aumenta la quota di quanti si sentono in sicurezza nel luogo di residenza (erano il 47,5%). La maggioranza dei cittadini affermano di sentirsi abbastanza e molto sicuri ad uscire da soli di giorno nella zona di residenza, complessivamente nell’83,3% dei casi.

Le cose cambiano se si tratta di uscire nelle ore serali e il tasso di risposta positiva diminuisce (67,6%). La casa
è il luogo in cui una fetta più ampia del campione si sente al sicuro (81%). Negli ultimi tre anni, e dunque dall’inizio della pandemia, la paura di subire reati è aumentata per il 24,8% del campione, mentre il 7,3% riferisce di avere meno paura rispetto al passato. 

Quali sistemi si usano per mettersi in sicurezza
Tra le strategie utilizzate per “mettersi in sicurezza”, negli ultimi tre anni, il 22,5% degli intervistati ha installato un sistema di allarme, il 21,4% ha installato le grate alle finestre e il 20,7% ha messo la porta blindata. Potare con sé uno spray al peperoncino (8,7%), un coltello (8,6%) o comprare un’arma da fuoco (3,6%) sono opzioni adottate da una esigua parte del campione. 

Cosa preoccupa di più

Fra i crimini che più preoccupano gli italiani sul piano della sicurezza, spicca il furto in abitazione (26,6%), segue con notevole distacco l’aggressione fisica (17,7%) e, successivamente, la paura di subire uno scippo/borseggio (11,1%). Al di là della percezione generale della diffusione dei crimini, i due reati rispetto ai quali si concentra la maggiore paura di esserne personalmente vittime sono il furto in abitazione (58,3%) e il furto di dati personali su Internet (55,1%). Al terzo posto troviamo la truffa (46,2%), seguita da scippo/borseggio (45%), furto di auto/motorino/moto (42%), rapina (40%) e lesione (35,9%). Un intervistato su quattro (25,6%) teme di poter essere vittima di violenza sessuale, seguono i maltrattamenti contro familiari e conviventi (22,2%) e
l’estorsione/usura (15,6%). I reati che vengono percepiti, nella maggior parte dei casi, più pericolosi che in
passato sono: il furto di dati personali su Internet (56,2%), la truffa (53,5%), il furto in abitazione (53,1%) e lo
scippo/borseggio (50,6%).

Le vittime dei reati
Nell’ultimo anno gli italiani hanno dichiarato di essere stati vittime soprattutto di truffe su Internet (14,7%),
di minacce (11,2%), di furto in casa (11%). Un italiano su dieci (10,2%) è invece stato vittima di truffe e raggiri,
come la clonazione di carte di credito, truffe finanziarie, cartomanti, agenzie di viaggio o falsi contratti, il 7,3%
di scippi e borseggi, 6,1% di furto d’auto (il 4% di furto dell’auto in sosta), mentre il 6,2% è stato raggirato da
false richieste di lavoro. Il 5,5% dei rispondenti è stato vittima di aggressioni fisiche, il 2,3% di estorsioni ed
usura, l’1,7% di violenza sessuale. In seguito ai reati di cui sono stati vittima, il 43,8% dei cittadini ha sporto denuncia, mentre la maggioranza (56,2%) ha scelto di non denunciare il reato subìto. A quanti hanno denunciato il reato subìto, è stato poi chiesto di considerare l’operato delle Forze dell’ordine a cui si sono rivolti in sede di denuncia.

Il senso di insicurezza
Negli ultimi tre anni, dalla pandemia alla odierna situazione di crisi, il senso di insicurezza dei cittadini che si
manifesta nel timore di essere vittima di omicidio è aumentato (per il 16,3% è aumentato, mentre è diminuito
per il 6,1%). L’indagine ha poi tentato di fare luce sugli episodi di violenza che si consumano in àmbito familiare,
chiedendo ai partecipanti all’indagine se avessero subìto forme di violenza fisica o psicologica in famiglia. In
più di un caso su dieci (11,6%) si registrano umiliazioni e insulti in ambito familiare; il 5,6% ha subìto minacce,
il 4,5% è stato vittima di atti persecutori, il 3,8% di maltrattamenti in famiglia. Più del 3% del campione ha subìto
lesioni e percosse, l’1,8% segregazioni in casa, l’1,3% violenze sessuali. Al momento della violenza, 6 vittime
su 10 si trovavano tra le mura domestiche, il 13,7% era per strada o comunque in altro luogo pubblico (12%).
L’8% delle vittime ha subìto violenze mentre erano sul posto di lavoro, il 5,7% sui mezzi pubblici. La violenza
subita nella maggioranza dei casi non si è ripetuta (52,6%), mentre per il 47,4% delle vittime non si è trattato
di un caso isolato.

Una violenza su tre è avvenuta alla presenza di un minore (33,7%).

Le truffe online
Oltre un quinto degli italiani riferisce di essere stato vittima di truffe negli acquisti online (21,6%). Il secondo
reato informatico più diffuso sono le richieste di denaro con inganno da parte di persone che si fingono
amici/parenti in difficoltà (18,7%), il terzo la sottrazione di dati di autenticazione come nome, password,
riferimenti bancari, ecc. (17,8%). Segue l’inganno da falsa identità capitato al 14,4% degli intervistati, mentre
il 13,7% ha subìto il furto di identità (qualcuno si è appropriato del suo profilo sui Social per sottrarre denaro
o per truffe/dichiarazioni false o per inviare mail/virus). Un soggetto su 10 ha subìto il cyber stalking, ossia lo
stalking attraverso la Rete e il 9,1% la violazione dell’account di posta elettronica. Leggermente meno diffusi
il ransomware (6,5%) ed un’altra odiosa forma di “violenza digitale”: il revenge porn (6%).


Un quinto degli intervistati riferisce di aver avvertito una violazione della propria privacy per essere stato
contattato online in modo insistente (20,6%); quasi un quinto per aver visto pubblicare online senza consenso
foto in cui era presente (19,6%); il 16,4% per la pubblicazione online di frasi che rivelavano questioni personali;
il 15,8% per la pubblicazione online senza consenso di video in cui era presente. 


Agli italiani è stato infine chiesto come giudicano la legittimazione al possesso di armi da fuoco. Il 44,8% la
considera un pericolo, perché le armi possono finire nelle mani sbagliate, un 19,2% ritiene che sia un diritto da
riservare solo a categorie particolari esposte a rischi (commercianti, ecc.), un 18,4% pensa, invece, che
rappresenti la possibilità per qualunque cittadino di difendersi dai malintenzionati. Poco più di un intervistato su 4 (27,1%) acquisterebbe un’arma per autodifesa, il 72,9%, al contrario, non lo farebbe. Rispetto all’ipotesi di utilizzare un’arma in caso di minaccia concreta alla propria persona o alla propria famiglia, il campione si divide a metà con il 49% di risposte positive e circa il 51% di indicazioni negative.

I delitti
Stando ai dati elaborati dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia Criminale, in
Italia, nel periodo 2007-2022 (dati non consolidati), il totale generale dei delitti ha mostrato un andamento
altalenante sino al 2013, per poi evidenziare una costante flessione dal 2014 al 2020. Nel 2021 e nel 2022 si
ha, invece, una risalita: in particolare, nel 2022, i delitti commessi registrati sono 2.183.045, con un incremento
rispetto al 2021 del 3,8%. È, tuttavia, importante sottolineare la particolarità degli anni 2020 e 2021,
caratterizzati da limitazioni al movimento delle persone. Pertanto, effettuando il confronto con il 2019, i delitti
commessi nel 2022 risultano in diminuzione. Rispetto al 2021 l’aumento dei reati nel 2022 ha riguardato, i furti (+17,3%), le estorsioni (+14,4%), le rapine (+14,2%), le violenze sessuali (+10,9%), la ricettazione (+7,4%), i danneggiamenti (+2,9%) e le lesioni dolose (+1,4%); in diminuzione invece lo sfruttamento della prostituzione e della pornografia minorile (-24,7%), l’usura (-15,8%), il contrabbando (-10,4%), gli incendi (-3%) e i danneggiamenti seguiti da incendio (-2,3%).


Prendendo in considerazione il quadriennio 2019-2022, si evidenzia che gli atti persecutori e i maltrattamenti
contro familiari e conviventi mostrano un significativo decremento nel 2022. Le violenze sessuali, invece, a
fronte di un decremento nel 2020 rispetto all’anno precedente, mostrano un andamento in costante incremento
nel biennio successivo. Nell’ultimo anno sono stati registrati 314 omicidi, con 124 vittime donne (+4% rispetto
al 2021), di cui 102 uccise in àmbito familiare/affettivo; di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del
partner/ex partner. Una diminuzione, invece, si rileva per i delitti commessi in àmbito familiare/affettivo, che da
148 scendono a 139 (-6%). Il totale degli omicidi commessi passa da 304 nel 2021 a 314 nel 2022 (+3%); in
generale, però, si registra negli anni un calo di questo reato, basti pensare che erano il doppio nel 2007 (632).

Il prefetto Vittorio Rizzi, Vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, direttore centrale della Polizia
Criminale. ha osservato: «La paura e l’incertezza sono caratteristiche del nostro tempo, spesso alimentate dalle
continue emergenze, come la pandemia, il conflitto russo-ucraino e i disastri ecologici. Vengono così minate le
certezze e viene compromessa la fiducia nel futuro ma anche nel prossimo, verso cui cresce inevitabilmente la
diffidenza. Tale sensazione di insicurezza, tuttavia, non ha sempre un diretto riscontro nella realtà, così che la
sfida ambiziosa che si propone questa indagine è quella di fornire un’analisi basata su dati concreti e una
visione d’insieme che offra una corretta interpretazione dei fenomeni, al di là dei luoghi comuni e dei facili
allarmismi».


«L’indagine – spiega il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – rappresenta uno
spaccato sui fenomeni criminali in Italia quale strumento indispensabile nell’elaborazione di strategie di
prevenzione e contrasto, volte ad elevare gli standard di sicurezza. Lo studio risponde ad un’esigenza
d’informazione sui temi della sicurezza che assumono una rilevanza prioritaria nel dibattito pubblico in Italia,
come pure nel sentire di ogni cittadino. La sicurezza rappresenta infatti uno degli argomenti centrali nella
comunicazione politica e in quella degli organi d’informazione, ma è necessario distinguere tra rischio reale e
rischio percepito, categorie che spesso non collimano, l’uno basato su dati oggettivi e misurabili, l’altro
condizionato da dinamiche soggettive come la paura e l’incertezza del futuro. Il presente studio può
rappresentare un utile strumento di lettura della complessità, con un’analisi dei dati reali, anche nella loro
evoluzione storica, che si riferiscono ai reati denunciati ma anche alle semplici esperienze dei cittadini».

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