Sarà un'estate silenziosa - almeno per il momento - quella di Ostia. Niente decibel selvaggi per la pace dei residenti, né serate danzanti. Discoteche sul mare, dunque, chiuse. Il motivo? Gli uffici del Campidoglio non rilasciano ai gestori degli stabilimenti i permessi per poter avviare le notti dance sul litorale. E alcuni degli impianti che fanno "disco" a Ostia non avrebbero le regolari autorizzazioni. Categorica la linea degli uffici municipali: «I permessi non saranno concessi finché i balneari - spiegano dagli uffici - non saranno in regola con il pagamento dei canoni demaniali». «Siamo preoccupati anche se fiduciosi in una soluzione - ammette Massimo Muzzarelli, presidente di Federbalneari - anche se mi sembra un problema "creato". La procedura prevede che il Dipartimento di piazza Campitelli debba chiedere un preventivo nullaosta all'ufficio del Demanio del X Municipio, che non rilascia perché avanza alcune "irregolarità burocratiche" legate alla fideiussione da stipulare che vale il doppio del canone pagato. Sembra esserci una precisa volontà da parte di qualcuno. I balneari, comunque, si sono attivati per non privare l'utenza dello spettacolo e del divertimento». Una situazione simile che si registrò anche lo scorso anno, con il mancato rilascio delle autorizzazioni dalla commissione prefettizia sugli Spettacoli. Ma, anche in quell'occasione, molte discoteche hanno aperto comunque pur in assenza del «via libera». Il litorale, dunque, si conferma la zona calda della movida "abusiva". La polizia amministrativa di Ostia ha avviato, nei giorni scorsi, una serie di accertamenti per avere una panoramica sulle eventuali autorizzazioni concesse anche per poter capire dove poter programmare controlli per l'ordine pubblico, visto che le notti di Ostia si preannunciano movimentate. Ieri mattina, poi, proprio negli uffici del X Municipio si è svolto un incontro tra amministrazione e gestori degli impianti. «Sappiamo del problema - puntualizza Antonio Caliendo, assessore al Turismo del X Municipio - ma per trovare una soluzione è chiaro che i gestori devono mettersi in regola». «Almeno in dieci hanno fatto domanda - spiegano le forze dell'ordine - ma nessuno ha ottenuto l'ok: è come andare in giro con la pistola quando si è soltanto fatta richiesta del porto d'armi».
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