Tra una spiaggia della Grecia e una montagna dell’Abruzzo si tenta di chiudere l’affaire Ruberti. Ieri mattina, intorno alle nove, su una delle montagne dell’Appennino, squilla un telefono. «Ciao Alberto, sono Roberto, Ho bisogno di parlarti». Quel Roberto è il sindaco di Roma Gualtieri, che si trova da qualche giorno su una spiaggia greca e che sta vivendo da lì con il telefono in fiamme proprio per il putiferio che si è sollevato sulla vicenda del suo capo di gabinetto, Albino Ruberti e di quel video diffuso dove lo si vede minacciare e andare su tutte le furie. Alberto è Stancanelli, ora consigliere della Corte dei Conti è capo di Gabinetto del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, e lo fu prima della ministra Paola De Micheli. Il primo cittadino della Capitale, dopo un veloce consulto con i suoi principali consiglieri, ha deciso quasi subito: lui è stato il prescelto che prenderà il posto di Ruberti, il Mister Wolf che risolveva problemi in Campidoglio e che si era ritagliato proprio per questo un ruolo che, a volte, portava a una presenza da qualcuno giudicata ingombrante con intralci tra rappresentanti della politica e funzionari amministrativi. Con Stancanelli non sarà più così. Lui, uomo che viene dalle istituzioni, ha accettato. C’è un forte cambio di passo. Stavolta, nessun accentramento di funzioni, anche perché Ruberti, in molti casi, si era dovuto sostituire ad alcuni assessori creando insofferenze in giunta. D’ora in poi ci sarà solo un team tecnico, di funzionari, che saranno vicecapo di gabinetto di Stancanelli e che affronteranno i temi prioritari e spinosi. Gli assessori, dunque, lavoreranno più in autonomia. È un «tecnico esperto», lo definisce il primo cittadino.
Il personaggio
Chi conosce bene Stancanelli lo descrive come una persona alquanto metodica, precisa ai limiti della pignoleria. È uno di quelli che non perde mai le staffe e non alza mai la voce (dote particolarmente gradita in questo momento, dopo il caso Ruberti).
Il modello gestionale
È un grande amante della montagna (non a caso, Gualtieri lo ha trovato mentre era sui monti dell’Abruzzo). Da un punto di vista formale, in sostanza il Campidoglio avrà una rivoluzione gestionale sul modello di quanto, per esempio, avviene nelle strutture come le prefetture, dove un capo di gabinetto lavora con diversi vice con competenze tematiche. Da qui passeranno le principali questioni all’attenzione dell’agenda politica (come i rifiuti, per esempio), tenendo però presente un principio di forte divisione tra l’ambito politico (dunque, gli assessorati) e quello amministrativo (i dirigenti). Non sono in vista, dunque, le invasioni di campo.