Ruberti, la ricostruzione dei testimoni: «Non si parlava di calcio ma di elezioni regionali»

Le parole di chi assistì alla lite: «Un caos indescrivibile e ora sappiamo perché»

Il ristorante "La Taverna" all'interno del quale è iniziata la discussione
di Giovanni Del Giaccio
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Venerdì 19 Agosto 2022, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 09:10

Non si parlava di calcio ma delle prossime regionali, quando ancora il governo non era caduto ed era in corso la campagna elettorale per le amministrative di Frosinone. Il motivo del contendere che avrebbe scatenato le ire di Albino Ruberti sarebbe nato per una discussione sul futuro presidente e sulle candidature in provincia di Frosinone. La frase «me te compro» pronunciata da Vladimiro De Angelis, fratello di Francesco, il plenipotenziario del Pd ciociaro, era riferita forse a un diniego nei confronti delle candidature che venivano avanzate per il futuro. E' più di un'ipotesi, chi era a tavola si è fatto sfuggire delle indiscrezioni e la vicenda sarà anche iniziata parlando di Lazio e Roma - come sostenuto proprio da Francesco De Angelis - ma poi è degenerata su altro.

I TESTIMONI

«Sì, ricordo, un caos indescrivibile e ora sappiamo perché». Siamo a Frosinone, tra piazza Garibaldi, via Minghetti e via Cavour, pieno centro storico. Non si parla d'altro, la vicenda che vede coinvolto Albino Ruberti e Francesco De Angelis ha fatto presto il giro della città. I testimoni non vogliono comparire, ma tutti sapevano che era successo qualcosa quella sera. «Dopo la presentazione in piazza del candidato sindaco Marzi c'è stata una cena - racconta un uomo che vive proprio di fronte al luogo della discussione - una cosa da campagna elettorale, poi si è scatenato quello che oggi vediamo ma che noi sentimmo quella notte».

 

IL TITOLARE DEL RISTORANTE

Era circa l'una e si avvertì il caos, nel video si sente Francesco De Angelis che invita a smetterla perché «qua chiamano i carabinieri». Non ricorda nulla, invece, Gianluca, il titolare del ristorante "La Taverna" all'interno della quale sarebbe nata la discussione che poi è degenerata fuori. Il locale è chiuso per ferie, lui al telefono riferisce: «Ero dentro, stavano parlando animatamente, cosa sia successo fuori francamente non lo so».

Fa eco il titolare di un bar vicino: «Siamo a Frosinone, le cose si sanno, che ci fosse un video no ma della discussione se ne parlava solo che nessuno conosceva il motivo. Certo si usano parole pesantissime che fanno male solo a sentirle».

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