Roma, piazza Mazzini si rifà il look: da "Antonini" a "Settembrini" cambia il salotto di Prati

Roma, piazza Mazzini si rifà il look: da "Antonini" a "Settembrini" cambia il salotto di Prati
di Emiliano Bernardini
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Lunedì 15 Novembre 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 08:41

Una leggera pioggerellina, le foglie ingiallite e una punta di freddo catapultano Roma in pieno autunno, ma passeggiando per le vie del quartiere Della Vittoria si respira aria di Primavera. Una rinascita dal punto di vista della gastronomia. Nel salotto più glamour della Capitale i bar storici, quelli che fanno rima con il loro punto di forza, si trasformano. C'è chi ha cambiato volto e nome, chi solo il nome lasciando la vecchia identità ma c'è anche chi invece resiste ai tempi che cambiano. Quello che sicuramente ha lasciato tutti disorientati è Antonini in via Sabotino, a pochi passi da piazza Mazzini. Dagli anni 60 Antonini è sinonimo di colazioni e aperitivi. Le famosissime tartine e la cannonata (il dolce fatto di pan di Spagna, cioccolato fondente, liquore e zabaione) sono le colonne su cui si è fondato il grande impero. Un impero che per varie vicissitudini ora non c'è più.

 


Sembra che la vecchia gestione sia in liquidazione.

Da agosto il bar era rimasto chiuso senza spiegazioni. C'era solo un cartello con la scritta lavori in corso. Pochi giorni fa ha riaperto con un altro nome: Sabotino, proprio il nome della via in cui sorge. L'insegna storica è sempre lì a ricordare i fasti del passato. L'interno è rimasto uguale così come il gusto di tartine e dolci, assicurano i clienti.

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LE SPECIALITÀ
«E' cambiata la proprietà ma i cuochi e i pasticceri sono rimasti gli stessi. E' stato deciso di non fare rivoluzioni proprio per non intaccare la storia del locale. Non è escluso che più avanti possano esserci novità» assicura la direttrice Concetta Piazzese che aggiunge: «Anche il nostro panettone resterà quello di sempre». I clienti affollano tavolini e bancone e nessuno ha notato la differenza: «Tutto come sempre». Tanto che in pochi si sono accorti del nuovo nome. Diverso il discorso per Settembrini che ha chiuso i battenti ormai due anni fa. Era stato il primo ad essere aperto sulla via di Prati, dove erano soliti riunirsi a pranzo dirigenti, volti noti della Rai e non solo. Il proprietario delle mura è l'ex calciatore della Roma, Daniele De Rossi che, a causa dei mancati pagamenti degli affitti, ha avviato le procedure per lo sfratto. Oggi a ridare vita al bistrot è Achilli, lo stesso proprietario dello storico locale al Parlamento. «Abbiamo cambiato il format. Le colazioni restano un punto fermo ma abbiamo deciso di puntare più sugli aperitivi. A breve riapriremo anche il ristorante con nuove proposte» annuncia Alessio Tagliaferri.


QUARESIMALI E BUDINO DI RISO
Se qualcuno cambia proprietà altri, invece, resistono forti delle loro radici profonde. Il bar Faggiani, in via Giuseppe Ferrari, è proprio uno di questi. «Una Parigina e un quaresimale e un budino di riso» è la formazione che praticamente tutti i clienti ripetono ogni giorno. Un tridente delle meraviglie in questo periodo dell'anno. «I tempi cambiano e le nuove generazioni spesso non sono al passo con quelle precedenti e così capita che le antiche tradizioni non vengano portate avanti» ci racconta Isabella Scibona proprietaria del bar che è qui dal 1926. Oggi Faggiani chiuderà i battenti, ma niente paura sarà solo per una settimana. Il tempo di aggiustare qualche ruga dell'età e ripresentarsi con un nuovo look e tante novità nelle proposte gastronomiche. Solido e incrollabile anche Vanni. Bisogna fare la fila per entrare, quasi impossibile trovare un tavolo vuoto anche se «i pienoni pre-covid adesso facciamo fatica a rivederli» racconta la direttrice Anna Accursio che lavora qui da 32 anni. Vanni è il salotto di tantissimi volti noti della Rai. «Anna Falchi viene sempre a mangiare qui, ma anche Serena Autieri. Nel tempo sono passati tutti. Anche Giampiero Galeazzi. Veniva con Mara Venier...Domenica In lo registravano al teatro Delle Vittorie che è proprio qui». Nel salotto chic di Roma c'è aria di Primavera anche se qualche nostalgico fischietta già «che fretta c'era...».

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