Velletri, i segreti dell'uomo con 17 lauree: «Memoria, sorriso, fede: la diciottesima la prendo per dimagrire»

L'uomo è corteggiato da trasmissioni tv e ricercato in tutto il mondo da genitori disperati

Luciano Baietti, 75 anni, al centro, dopo la consegna di uno dei titoli accademici
di Karen Leonardi
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Venerdì 28 Gennaio 2022, 09:47 - Ultimo aggiornamento: 17:43

Ha conseguito, tenetevi forte, 17 lauree, e sembra non voglia fermarsi neppure adesso che la sua lunga carriera universitaria è diventata un record mondiale. Sì, proprio così: Luciano Baietti, 75 anni, sguardo arguto e un curriculum approdato già nel 2002 nel libro dei Guinness dei Primati, ha indossato la coroncina di alloro ben diciassette volte, per la maggior parte dei casi a Roma, Torino, Perugia e Narni. Il primo titolo da “Dottore” se l’è aggiudicato nel lontano 1972, l’ultimo nel 2020.

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Corteggiato da trasmissioni televisive e ricercato in tutto il mondo da genitori disperati, alle prese con figli svogliati sui banchi di scuola, di recente ha ottenuto l’Italian Values Award, premio assegnato a personalità che si sono contraddistinte in campo sociale e umano. A giudicare dall’allegria e dal sorriso contagioso, per il veliterno, la vita accademica sui libri è stata come un elisir di felicità. Ha anche un po’ di difficoltà ad elencarle tutte, ma poi snocciola, uno dopo l’altro, con orgoglio, i vari titoli di laurea messi in tasca: Educazione Fisica, Pedagogia, Lettere, Sociologia, Giurisprudenza, Ricerca sociale sicurezza interna, Criminologia clinica, Filosofia, Scienze Turistiche, Comunicazione sociale, Scienze Motorie, Economia aziendale, Scienze Strategiche, Scienze Politiche, Scienze per l’investigazione e la sicurezza, Geografia, Servizi Giuridici.
E adesso svela la ricetta del suo successo. In quanto tempo ha conseguito ogni corso di laurea? «Non oltre un anno alla volta - racconta - Il voto più basso, si fa per dire, è stato 95, gli altri tutti sopra il 100, un ottimo punteggio». Qual è la strategia vincente da suggerire ai giovani nello studio? «Per prima cosa imparare a memoria l’indice dei libri: uno strumento essenziale di schematizzazione. Aiuta senz’altro. L’altro è scrivere gli argomenti senza ordine, in modo da evitare di ricominciare dalla prima pagina, ma affrontare i temi scelti in modo casuale». Quanto tempo dedicava ad ogni esame? «Poco meno di due ore al giorno». E perché mai ha passato un arco di tempo tanto sconfinato per prendere 17 lauree? In fondo lo stesso tempo poteva impiegarlo nella lettura o nei viaggi, attività altrettanto stimolanti… «Penso che nella vita sia importante migliorarsi sempre e andare avanti nella conoscenza: studiare mi ha fatto sempre stare bene e mi ha consentito anche di svolgere varie attività: sono un ex dirigente scolastico, ma mi sono dilettato pure su tanto altro, per esempio sono stato impegnato nella scuola, soprattutto nel recupero dei ragazzi in difficoltà».

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Baietti, sposato, un figlio, di ricordi ne ha tanti. Quale il più bello? «Sicuramente gli esami che ho avuto la fortuna di fare di persona. Ora purtroppo questa modalità si è ridotta». L’università era meglio prima, qualche decennio fa? «E’ diverso l’approccio – dice il professore - Prima si studiava in modo più complesso, ora tutto è cambiato, dal tempo disponibile ai colloqui con i professori. E sul piano pratico anche i trasporti hanno il loro peso». Quale facoltà consiglia ai giovanissimi. «Dipende dalle aspettative e dal lavoro che si vuole fare. Le facoltà tradizionali sono tutte valide. Sconsiglierei i nuovi corsi privi di prospettive e illusori, come Scienze penitenziarie, Scienze strategiche, Criminologia». Un plurilaureato e ultrastudioso crede in Dio? «L’uomo ha bisogno di credere in qualcosa di più grande di noi per vincere le paure più profonde, come le malattie, la morte, il male». E nella Scienza crede? «Credo nella continua ricerca. Scienza è una parola astratta: sono gli uomini che ne fanno parte a renderla credibile. Certamente credo nelle nuove risposte scientifiche». Cosa provava quando si trovava in mezzo a studenti molto più giovani? «All’inizio - sorride il Superdottore – mi scambiavano per un professore, ma dopo qualche minuto ero il più giovane tra i giovani». C’è in programma la diciottesima laurea? «Scienza dell’alimentazione. Con un obiettivo preciso: migliorare il mio aspetto fisico».

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