Roma, Girolami chiusa da 15 mesi: seicento bimbi senza scuola a settembre

Roma, Girolami chiusa da 15 mesi: seicento bimbi senza scuola
di Laura Bogliolo
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Domenica 9 Agosto 2020, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 14:48

Quindici mesi di attesa e la scuola a settembre non riaprirà. Anzi, non sono più agibili neanche le uniche 13 aule rimaste agibili che ospitavano 200 bimbi fino a giugno. «A gennaio, quando c’è stato l’open day a scuola, il XII Municipio non ci ha detto che anche quell’area sarebbe stata chiusa, se lo avessimo saputo non avremmo iscritto i nostri figli. Ora che fine faranno?».

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Sono sul piede di guerra i genitori degli alunni della scuola Girolami (elementari e materna) in via Manassei, parte dell’istituto comprensivo Margherita Hack, a Monteverde. Il 3 aprile del 2019 precipita un controsoffitto e inizia l’odissea. Tornano nella scuola solo i piccoli delle 13 aule, gli altri vengono trasferiti nella scuola Gramsci sulla Portuense e al Sanzio. L’altro giorno l’annuncio del XII Municipio: secondo le verifiche sismiche e statiche tutta la scuola va chiusa. «Quindi mio figlio per mesi ha frequentato un luogo non sicuro?» sbotta una mamma che portava il bimbo in una delle 13 aule aperte. Manca poco più di un mese alla campanella «ma ancora non sappiamo dove andranno in nostri figli». Si parla tra l’altro di alcuni locali della parrocchia N.S. di Coromoto. 

IL GARANTE DELL’INFANZIA
Sulla vicenda è intervenuto il Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza Jacopo Marzetti chiedendo al Municipio spiegazioni, «al fine di valutare eventuali violazioni». Il Ministero dell’Istruzione ha stanziato 1,5 milioni, «ma il Municipio non ha ancora firmato la convenzione per avere i fondi» accusa Giovanni Picone, capogruppo Lega del XII. 
Il Municipio ha speso 338mila euro per la manutenzione ordinaria fatta lo scorso anno che ha consentito di riaprire le 13 aule e 45 mila euro per lo studio sulla verifica statica e sismica.

L’ITER INFERNALE
Dopo il crollo venne effettuato uno studio, ma non emerge la gravità della situazione. Ed è questo uno dei nodi centrali. L’assessore ai Lavori Pubblici, Valerio Vacchini, spiega: «Ci siamo concentrati sugli elementi secondari della struttura, non su quelli primari, perché lo stabile da fuori non presentava alcun segnale che potesse far ipotizzare una situazione così grave». «Scelta scellerata» ribatte Picone, che ha pronta una interrogazione parlamentare. La manutenzione ordinaria parte poco dopo il crollo, nel frattempo però si scopre che i valori del calce struzzo sono pessimi, quindi scatta la necessità della verifica statica e sismica. Il bando (45 mila euro) per l’approfondimento viene pubblicato solo a fine ottobre, i lavori iniziano prima del lockdwon e terminano un mese fa.

A rallentare l’iter un operatore che chiede una proroga sui tempi, un altro che, si scopre non può partecipare perché un componente del team lavora anche presso il Comune con un contratto part-time. Inoltre, chi vince il bando nel frattempo ha un cambio dell’assetto societario. Perché ai genitori a gennaio non è stato detto che le 13 aule sarebbero state agibili? «Non lo sapevamo» dicono dal Municipio. E ora si dovrà elaborare il progetto esecutivo approvato dal Genio Civile poi si dovrà indire la gara. Il Municipio stima la riapertura del corpo A a maggio-giugno 2021 (costo 700 mila euro), dopo due mesi sarà la volta della palazzina B e per veder riaprire tutta la scuola si dovrà aspettare altri sei mesi. «I tempi non sono realistici» denunciano i genitori. 
 

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