Roma, il declino di Monteverde: l'ex quartiere salotto tra scippi e degrado

Roma, c'era una volta Monteverde vecchio: l'ex quartiere salotto tra scippi e degrado
di Alessia Marani
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Giovedì 13 Giugno 2019, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 20:12

ROMA - C'era una volta Monteverde, vecchio. Porta San Pancrazio era il limite tra la città urbana e quella extraurbana. Pier Paolo Pasolini che visse in via Carini descrisse i pratoni dove c'erano anche i ragazzi di vita. Chi in quest'angolo di Roma abbarbicato fin sul Gianicolo e che si estende fino alla Pisana e ai confini con Fiumicino, ha vissuto da ragazzino ricorda che «oltre i Colli Portuensi erano tutte marane, vigne e campi di carciofi. Nelle pozze d'estate ci facevamo il bagno tra le bisce ricorda Giuseppe, classe 1947 Un po' come Alberto Sordi in un Americano a Roma». Niente americani, ma monteverdini. Quelli doc. Lontani i tempi in cui i romani andavano a scampagnare e raccogliere le fave in via della Nocetta o al Casaletto. Oggi qui l'unico polmone verde è Villa Pamphijli.

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Per tutelarla si sono messi di punta i volontari. L'Associazione per Villa Pamphjili ha redatto una dettagliata mappa del degrado e dei pericoli evidenziando la «zona a rischio scippi», la «zona dove c'è la prostituzione», maschile e femminile, e poi i luoghi delle favelas. Proprio ieri è stata rivenuta l'ennesima discarica «oltre 50 chili tra cavi e rifiuti, in parte bruciati per ricavare rame», spiega Paolo Arca. É tornata in azione anche la «banda dei borseggiatori rom» che fa la spola tra il carcere e la villa. Il wanted è diramato. «Qualcuno ci ha tacciato di razzismo, ma è solo per mettere in guardia chi passeggia da personaggi stranoti». Solo ad aprile i volontari avevano raccolto 330 siringhe, ieri ne sono state trovate altre, sempre sul lato di via Vitellia e largo Grigioni. Anche a Monteverde è tornata l'eroina. La raccolta porta a porta è un miraggio. I roghi dei contenitori si ripetono. Daniele Diaco, presidente della Commissione comunale Ambiente e marito di Silvia Crescimanno, presidente del XII Municipio, ha parlato di «atti criminali», indagini più recenti però puntano anche a squilibrati. Per combattere gli zozzoni nel quartiere è sceso persino in campo una sorta di giustiziere, che si fa chiamare l'Omo Magno. I cittadini non chiamano più l'Ama («è inutile», dice Rita, commessa di via Jenner) ma avvisano lui tramite social.

LE TELECAMERE
Da quando a settembre un fulmine colpì la statua equestre di Garibaldi al Gianicolo, il monumento è transennato. «Uno sfregio», non ha mai mancato di rimarcare Enrico Luciani, del comitato Gianicolo. Il colpo d'occhio sul colle lascia sgomenti: muri imbrattati e resti dei party en-plain-eir. Le bottiglie rotte lastricano la strada delle mille curve. Angela e Lina, siedono su una panchina di largo Ravizza: «I marciapiedi sono invasi dall'erba alta e costellati di buche. Per noi anziani, e siamo tanti nel quartiere, è una lotta per la sopravvivenza». Gli over 65 sono più di 16mila, la popolazione più ageé di Roma. Non è un caso che in zona si concentrino rapine e raggiri nei loro confronti, più deboli e soli. «Un ragazzo con la scusa di una informazione, mi ha strappato la catenina», racconta la signora Erika. Fece ben più clamore lo scippo subito dalla scrittrice Dacia Maraini nei pressi del teatro Vascello. Anche una coppia di ladri in scooter va e viene dalle patrie galere. «Ci vorrebbero le telecamere», dice Pino, il cartolaio. La mancanza di personale tecnico qualificato per redigere il progetto, l'anno scorso fece perdere l'occasione per il XII di ottenere fondi regionali. Neanche per i bambini la vita è facile: la scuola Girolami è fuori uso perché inagibile, all'asilo Parco Flora i muri crollano. E i parchi giochi realizzati con i vecchi pup non sono mai stati collaudati.
 

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