Racket bancarelle a Roma, 18 arresti: Dino Tredicine in carcere, il fratello Mario ai domiciliari

Racket bancarelle a Roma, 18 arresti tra cui Dino Tredicine. Il fratello Mario ai domiciliari
di Giuseppe Scarpa
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Mercoledì 23 Settembre 2020, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 05:46

E' l'inchiesta sul racket delle bancarelle. La polizia muncipale ha appena arrestato Dino Tredicine. L'uomo è a Regina Coeli, mentre Mario Tredicine è ai domiciliari. Agli arresti anche un funzionario e dell’VIII dipartimento Alberto Bellucci. In tutto si tratta di diciotto misure cautelari (otto in carcere e dieci ai domiciliari) sono state seguite questa mattina, su delega della procura, dai militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal personale della Polizia Locale di Roma Capitale nell'ambito dell'indagine sul racket delle autorizzazioni per il commercio su strada con il coinvolgimento di pubblici ufficiali, imprenditori e sindacalisti.

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Le postazioni più ambite erano quelle di via Cola di Rienzo e via Giulio Cesare in zona Vaticano. ​È un volume d'affari mostruoso quello che ruota attorno al racket delle licenze e delle turnazioni dei camion bar a Roma, in cui figurano tra gli indagati due nomi di spicco di una storica famiglia romana di venditori ambulanti, Mario e Dino Tredicine.  Per occupare il " posteggio" migliore un commerciante era costretto a pagare alla cricca un pizzo che poteva arrivare fino a 60mila euro all'anno. Si tratta della maxi inchiesta della procura: 40 in tutto gli indagati, a seconda delle posizioni, per associazione per delinquere finalizzata all'induzione a dare o promettere utilità, falso ideologico ed estorsione.

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Undici episodi sul fascicolo del magistrato: sei di corruzione, due di induzione a dare o promettere utilità e un caso di rivelazione di segreto ufficio. Tangenti per 110 mila euro ai dipendenti pubblici Magozzi e Bellucci. Mazzette sotto forma di denaro, abbigliamento, abbonamenti alla Roma, e cene in ristorante. 

Il lavoro degli investigatori ha portato alla luce un giro di mazzette per la gestione delle autorizzazioni per l'occupazione di postazioni per il commercio ambulante, e soprattutto per le relative turnazioni, pilotato da un gruppo composto da dirigenti del Comune, rappresentanti di categoria e titolari di licenze per camion bar o bancarelle. Sotto di loro un esercito di tirapiedi pronti a minacciare gli ambulanti non disposti ad accettare le regole del gioco. Ovvero pagare il pizzo per piazzare la propria attività nel posto migliore a discapito delle regolari turnazioni. In tutto gli stalli gestititi illecitamente erano 240 che fruttavano incassi a sei zeri.

Una cifra che poi si sarebbero spartiti - secondo l'indagine - i tre livelli dell'organizzazione criminale. Al vertice un paio funzionari del Dipartimento VIII del comune di Roma: "Sulle rotazioni comando io e decido io ", dice un dirigente al suo collega in una conversazione intercettata dai militari della finanza e dagli agenti del X gruppo di Ostia della municipale.
 

L'intercettazione

«Finché alla 34 (ufficio comunale) c'è Alberto la categoria non trema». A essere intercettato è il sindacalista Baglioni (Fivag), certo di ricevere favori dal dipendente comunale Bellucci per ricevere le migliori assegnazioni per le bancarelle.



 

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