Roma, residenti contro il centro sociale Intifada: «Basta party a tutto volume e fuori norma»

Roma, residenti contro il centro sociale Intifada: «Basta party a tutto volume e fuori norma»
di Marco Pasqua
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Venerdì 26 Aprile 2019, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 12:23

Archiviata la recentissima “festa della cannabis”, il party a tutta droga organizzato lo scorso weekend, i residenti sono sempre più esasperati di fronte alle folli notti del centro sociale Intifada. La programmazione di questa “discoteca” abusiva parla chiaro: i party a tutto volume sono destinati a proseguire (un altro è in programma il 30 aprile). E, soprattutto, vanno ormai avanti da anni. Come emerge dalle segnalazioni effettuate ai vigili da parte dei uno dei tanti cittadini che vivono nelle vie limitrofe a via di Casal Bruciato. E che dimostrano come le emissioni sonore del centro sociale siano del tutto fuori norma.
 


Un documento, di cui siamo venuti in possesso, firmato da Maurizio Maggi, dirigente del IV gruppo dei vigili urbani (quelli del Tiburtino), certifica l’irregolarità delle attività del centro. Nell’accesso agli atti, infatti, si fa riferimento ad un esposto, del 5 febbraio 2017, che ha determinato un controllo da parte dell’Arpa. «Gli esiti delle misurazioni - recita il documento non erano conformi alla normativa vigente». Da qui una sanzione amministrativa. Per questo motivo, nel febbraio dello scorso anno, i vigili effettuavano un sopralluogo nel centro, al civico 15 di via di Casal Bruciato. «Contestualmente - recita il documento - veniva reso edotto il presidente della stessa associazione culturale ospitata nei locali a non effettuare eventi o manifestazioni accessibili al pubblico, bensì ai soli soci, e a non produrre disturbo con emissioni musicali». Richiesta che è stata disattesa, visto che, ancora oggi, l’accesso è aperto a tutti e viene addirittura richiesto il pagamento di un biglietto di ingresso (in cambio del quale non viene rilasciata alcuna fattura o scontrino fiscale). In seguito alla festa della cannabis, Maurizio Gasparri, per Forza Italia, e il gruppo capitolino di Fratelli d’Italia, aveva lanciato un appello al ministro dell’Interno, Matteo Salvini e al sindaco, Virginia Raggi: «Il centro sociale va sgomberato: non si possono più tollerare quelle attività illegali». 
 

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