Buche, boom di denunce ma il Comune rimborsa un automobilista su 5

Buche, boom di denunce ma il Comune rimborsa un automobilista su 5
di Francesco Pacifico​
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Mercoledì 18 Dicembre 2019, 00:17

Fare causa al Comune di Roma per le buche sulle strade non è un affare: soltanto in un caso su cinque il Campidoglio, e attraverso il suo assicuratore (l’Adir), paga. Cioè, vede riconosciute le sue mancanze, soprattutto in termini di manutenzione, e risarcisce automobilisti e pedoni. E quindi - al danno di un gomma spaccata, di una sospensione rotta, per non parlare degli infortuni, di ripercussioni di natura sanitaria - segue la beffa per il tempo e i soldi persi nel tentativo di vedersi concesso un indennizzo.

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ASSENZA DI BANDI
I numeri sono indicativi: soffermandosi soltanto ai contenziosi relativi al cosiddetto vuoto manutentivo (cioè quando il Comune è responsabile perché non fa il bando per riempire una buca o per eliminare gli sconnessi sul manto stradale), si scopre che tra il 2013 e il primo semestre del 2018 Roma Capitale è stata oggetto di 12.367 ricorsi, ma dopo una condanna in sede civile, ha finito per risarcire gli automobilisti 2.959 volte. Cioè nel 23,93 per cento dei contenziosi, meno di un caso su cinque. Più precisamente nel 2013 l’amministrazione capitolina si è vista chiamare in causa in 1.258 occasioni, ma il cittadino ha ottenuto un indennizzo 334 volte (26,55 per cento), nel 2014 la proporzione è di 1.918 procedimenti contro 498 pagamenti (25,96), nel 2015 siamo a 2.181 contro 444 (il 20,36), nel 2016 a 2575 contro 636 (24,70), nel 2017 a 2504 contro 696 (27,80), mentre nel primo semestre (ultimi dati disponibili) su 1.931 ricorsi, il risarcimento è arrivato in 351 circostanze (18,18).

LE INDAGINI
Nonostante il basso numero di indennizzi, la mancata manutenzione costa cara al Comune: soltanto per questa voce, e sempre nel periodo tra il 2013 e il primo semestre del 2018, l’esborso per i sinistri liquidati è stato di 3.272.128 euro. Parliamo di quasi un milione di euro nel 2017 e di quasi mezzo milione nel primo semestre del 2018, che gravano sulle casse di Palazzo Senatorio. Numeri questi che possono sembrare relativamente bassi rispetto ai 13-15 milioni di euro, cioè a quanto in un solo anno Roma Capitale impegna per risarcire tutti i sinistri causati per lo stato disastroso delle sue strade (scarsa visibilità, incroci pericolosi, semafori non funzionanti, alberi e rami caduti), ma che potrebbero avere una rilevanza di natura giuridica molto pensante per la stessa amministrazione. Infatti sono soldi dovuti per l’assenza di una gara d’appalto, circostanza che da sola potrebbe far scattare anche il danno erariale. E non a caso, su questo fronte, starebbero già indagando sia la Procura della Repubblica sia la Procura della Corte dei Conti del Lazio. In questa vicenda c’è un aspetto ancora più surreale. A fronte di 3,2 milioni di euro erogati soltanto per i risarcimenti legati al vuoto manutentivo, il Comune, attraverso gli avvocati di Assicurazioni di Roma, paga più del doppio in spese legali. Sempre tra il 2013 e il primo semestre 2018 questa voce, a livello generale, è costata 7.028.220 euro. Cifre che sommate assieme superano i 10 milioni di euro di denaro pubblico, dei cittadini della Città eterna, che potrebbe essere risparmiate se l’amministrazione capitolina curasse la manutenzione stradale come si deve e se non si dimenticasse di lanciare i bandi relativi.

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