Roma, stupra la compagna e le incendia la casa. La 39enne riesce a scappare prima del rogo: «Voleva uccidermi»

L’uomo, 42 anni straniero, arrestato a Roma Est. Lo stupro dopo una lite per gelosia

Roma, stupra la compagna e le incendia la casa. La 39enne riesce a scappare prima del rogo: «Voleva uccidermi»
di Federica Pozzi
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Martedì 30 Gennaio 2024, 23:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 08:49

«Ti brucerò dentro casa», le aveva detto il compagno prima di appiccare l’incendio nel suo appartamento a Roma est. L’ennesimo gesto di violenza subito dalla donna, 39enne romana, da parte di un 42enne straniero. Una relazione di quattro mesi in cui l’uomo, che è ora a Regina Coeli sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, ha più volte picchiato e violentato la vittima, fino a incendiarle casa. A sporgere denuncia e raccontare l’accaduto ai carabinieri di Tor Bella Monaca è stata proprio la donna lo scorso 26 gennaio, dopo che le fiamme avevano distrutto il suo appartamento. A distanza di qualche ora l’indagato è stato rintracciato in una via limitrofa e, alla vista dei carabinieri, ha provato a nascondere la propria identità invano. Non solo. «Tanto quella la faccio ammazzare da un’altra donna», aveva detto mentre i militari lo portavano in caserma. 

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L’INCUBO

Una relazione normale, iniziata quattro mesi prima, rimasta tale per ben poco tempo. Perché, come raccontato agli inquirenti dalla 39enne, dopo un breve periodo di tranquillità la gelosia dell’uomo è diventata talmente tanto ossessiva da scatenare l’incubo: ingiurie, minacce di morte, aggressioni fisiche, abusi sessuali. Un crescendo di violenze a partire dallo scorso novembre, mese in cui più volte il 42enne si era presentato a casa della vittima, sotto effetto di sostanze stupefacenti, e l’aveva picchiata urlandole «sei una p... tutta la palazzina ti s...». Ed è stato sempre nello stesso mese che, dopo l’ennesima violenza, l’uomo aveva bruciato lo zerbino condominiale, danneggiando la porta d’ingresso del palazzo. Così è andato avanti per tutto dicembre finché, lo scorso 20 gennaio, dopo una lite l’aveva aggredita di nuovo, aveva gettato i suoi documenti dalla finestra e incendiato il divano e il letto.

A causa dei pugni e degli sforzi per spegnere le fiamme la 39enne aveva avuto bisogno di cure mediche, uscendo dal pronto soccorso con una prognosi di 30 giorni per un trauma cranico, trauma alla mano destra da ustione di primo grado, trauma alla caviglia destra ed ecchimosi al braccio destro. È stata quella la prima volta che la donna si è decisa a denunciare gli abusi subiti ma aveva accusato un malore mentre era in caserma, non riuscendo a formalizzare l’esposto.

Per i due giorni successivi, a causa dei danni subiti dall’appartamento era stata costretta a dormire fuori casa ma, al suo ritorno, l’incubo era ricominciato. Quattro giorni di abusi ripetuti, minacce, incursioni nell’appartamento forzando la serratura, finché il 26 gennaio era riuscita a buttarlo fuori di casa. Ma lui le aveva promesso: «ti brucerò dentro casa...stasera te la faccio pagare». «Voleva uccidermi», ha detto la donna ai carabinieri al momento della denuncia, spiegando che, convinta del pericolo in cui sarebbe incorsa rimanendo a casa era uscita. Una giusta intuizione che probabilmente le ha salvato la vita. Poco dopo è stata contattata dalle forze dell’ordine: il suo appartamento era stato distrutto dalle fiamme. 

L’ARRESTO

A confermare la versione della vittima, alcuni parenti di lei e i vicini che, prima di accorgersi dell’incendio, avevano visto uscire velocemente dal palazzo il 42enne. È stato trovato dai militari poco distante, con il cappuccio in testa per non farsi riconoscere, ma è stato comunque identificato e arrestato. «Tanto quella la faccio ammazzare da un’altra donna», aveva detto ai carabinieri che lo portavano in caserma. Ben più ridimensionato nei toni invece durante l’interrogato davanti al giudice, in cui ha negato la versione della donna, sostenendo di averle dato soltanto degli «schiaffi educativi» e di non essere tornato nella casa dopo la lite. Dichiarazioni che non sono bastate a evitargli la misura della custodia cautelare in carcere, applicata dal gip Mara Mattioli lo scorso 29 gennaio, complice la pericolosità sociale dell’uomo ma anche i diversi precedenti specifici. 

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