Gatti di Roma, i volontari delle colonie feline lanciano l'allarme: «Fondi finiti, animali a rischio»

«Farmaci e vaccinazioni a nostre spese, il cibo del Comune non basta»

Gatti di Roma, i volontari delle colonie feline lanciano l'allarme: «Fondi finiti, animali a rischio»
di Laura Bogliolo
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Domenica 19 Maggio 2024, 07:00

Donne, combattenti, a volte con un doppio lavoro per racimolare soldi, pronte a sacrificare ogni momento libero, sfidando anche cani randagi e malviventi. L’identikit delle tutor delle colonie feline potrebbe ispirare pagine piene zeppe di poesie a loro dedicate o anche, perché no, film d’azione. Hanno vite diverse dagli altri, dopotutto, concentrate su unico obiettivo: salvare quanti più gatti. Una corsa contro il tempo, ma anche ad ostacoli, cercando di superare problemi burocratici e l’assenza di finanziamenti. Le colonie, non essendo associazioni formalmente costituite, non possono ricevere neanche il 5xmille. Il peso economico è tutto sulle spalle delle volontarie (ci sono anche tutor uomini, ma sono molti di meno). Il Comune distribuisce cibo una volta l’anno, le sterilizzazioni sono compito delle Asl, ma a volte gli appuntamenti dati sono pochi. Farmaci e vaccinazioni sono a spese delle tutor, salvate, in parte, da raccolte pappe e collette.

LE STORIE

«Siamo sole» dice Mariana, 49 anni, che da sei anni si occupa dei gatti della Porta Magica nei giardini di piazza Vittorio, aiutando la tutor ufficiale. «Ho un secondo lavoro per mantenere la colonia dove ora ci sono una trentina di gatti, altri quindici - spiega - li tengo a casa, il cibo che dà il Comune non lo mangiano, preferisco comprare prodotti di qualità per non farli ammalare e dover spendere poi soldi dai veterinari». Nel cuore dell’Esquilino c’è il tema della sicurezza. «Di notte sbandati scavalcano le cancellate del giardino, la mattina troviamo rifiuti ma anche siringhe di drogati». In questo periodo Mariana e un’altra volontaria fanno turni «dalle 8 alle 22 per impedire l’arrivo di persone pronte ad abbandonare i propri gatti, soprattutto cuccioli». «Per avere una entrata come il 5xmille dovremmo costituire una associazione - aggiunge Mariana - aprire una partita Iva, pagare tasse, troppo dispendioso per chi svolge il proprio ruolo di tutor solo per passione e senza aiuti». Dall’altra parte della città, negli studios di Cinecittà, dal 2015 c’è Stefania Volponi. Si prende cura di una ottantina di gatti. «Tutte le spese sono a carico delle colonie, dobbiamo acquistare anche i farmaci, il mangime che dà il Comune termina appena dopo due mesi. Anche le sterilizzazioni sono difficili da ottenere dalla Asl, devi aspettare molto tempo». Stefania combatte anche con altro grave problema. «I cani di un clochard della zona riescono a entrare: abbiamo trovato cinque gatti morti, ho chiamato le Guardie zoofile che hanno presentato un esposto». Stefania ha pensato di creare una associazione «ma - spiega - a parte i costi iniziali, ci devono essere più persone pronte ad aderire». C’è carenza, insomma, anche di volontari. Vita diversa per i 25 gatti della colonia felina a Piramide nata nel 1984, molto conosciuta. «Mi ritengo fortunata - dice la tutor Marzia Pacella - riceviamo aiuti da privati, inoltre siamo una associazione e possiamo usufruire del 5xmille. Le sterilizzazioni? Siamo una macchina da guerra grazie ai veterinari convenzionati con la AslRm1». All’ombra della Piramide, tutto rose, fiori e fusa quindi? «L’Iva per i farmaci veterinari dovrebbe essere abbassata, inoltre - conclude Pacella - si dovrebbe creare una rete di assistenza sanitaria a macchia di leopardo su tutto il territorio con medici convenzionati». «A Muratella - spiega Ilaria Riccitelli, presidente Enpa Roma - c’è solo una sala per l’ambulatorio dei gatti, l’altra è ancora chiusa. Inoltre le sterilizzazioni assicurate dalle Asl sono poche. Siamo sommersi dalle richieste di colonie e privati indigenti». Enpa ha un ambulatorio sociale a Fiumicino. «Facciamo mille sterilizzazioni l’anno a prezzi accessibili» conclude Riccitelli. Ad aiutare c’è anche l’associazione Asta con sterilizzazioni gratuite per gli indigenti, visite mediche, il progetto “Dopo di me” e “Senior pet”. Gestisce, per il Comune, l’Oasi Felina di Porta Portese. «Abbiamo 206 gatti - spiega Susanna Celsi, presidente Asta - in media al mese sono 20 i gatti abbandonati che il Comune ci porta, soprattutto cuccioli».

Il Comune giorni fa ha pubblicato un bando di gara da 6,7 milioni «per reperire strutture rifugio autorizzate cui affidare il servizio di accoglienza, cura e adozione di cani e gatti che non possono essere ospitati, per ragioni di capienza, presso le strutture comunali».

L’assistenza è per 350 cani e 700 gatti.

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