Il Sole è sotto stretta osservazione da parte dello Space weather prediction center della NOAA, agenzia governativa statunitense che si occupa di previsioni meteorologiche, studio del clima e delle dinamiche atmosferiche. A partire dal 7 maggio 2024 infatti un gruppo di macchie solari particolarmente vivace, denominato regione attiva 3664 (o AR3664), ha provocato prima un’allerta degli scienziati per possibili brillamenti, poi l’inizio di una tempesta solare, la più intensa mai registrata dal 2003. E quella più potente potrebbe scatenarsi proprio a partire da oggi: durerà tre giorni, colpirà la Terra e potrebbe innescare «fluttuazioni della rete elettrica», avvertono gli esperti.
Tempesta solare, rischio blackout
La NOAA segnala che la tempesta geomagnetica, un grave disturbo della magnetosfera terrestre, potrebbe interrompere le orbite dei satelliti, causare blackout radio e manifestarsi con spettacolari eventi di aurora boreale.
Emissioni
Nelle scorse ore sono state osservate almeno cinque emissioni di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese Coronal Mass Ejection), provenienti dalla superficie del Sole e dirette verso la Terra. Le CME consistono nell’emissione di una piccola porzione di atmosfera solare, principalmente particelle cariche, verso lo spazio interplanetario. Le emissioni di questi giorni arriveranno sulla Terra a partire da oggi, calcola l’Aeronautica militare, e persisteranno fino a domenica 12 maggio. Se le emissioni che seguono i primi impulsi dovessero viaggiare a velocità superiore, il flusso di particelle cariche potrebbe inglobare (in gergo si definiscono CME cannibali) quello che lo precede dando luogo a disturbi geomagnetici più protratti nel tempo. Le espulsioni di massa coronale sono conseguenza dei forti campi magnetici intrecciati che caratterizzano la superficie solare e che talvolta inibiscono il flusso di calore in alcune zone, rendendole più fredde e generando così delle scure macchie solari, come spiega Astrospace in un approfondimento. Queste macchie sono spesso associate a intensa attività magnetica e possono provocare delle espulsioni di gas caldo e ionizzato, il plasma, dalla superficie del sole, dette espulsioni di massa coronale. Dal 10 maggio almeno sette si sono dirette verso la Terra, inducendo lo Space weather prediction center ad alzare il livello di pericolosità dell’evento prima da G2 a G4, e poi nella notte fra 10 e 11 maggio a G5, il livello più alto sulla scala di classificazione di queste tempeste. Eventi che possono provocare instabilità nella rete elettrica e interferenze nelle comunicazioni satellitari e radio. L’attività solare è notevolmente aumentata dall’inizio del mese e tra le varie macchie solari importanti si è formata la regione attiva AR3663, nell’emisfero nord del Sole, che tra il 3 e il 6 maggio ha prodotto una decina di brillamenti. Tra il 7 e l’8 maggio, AR3664 ha raddoppiato le sue dimensioni in sole ventiquattr’ore, diventando grande lo 0.12% della superficie solare. Le tempeste più estreme possono causare blackout diffusi e danni alle infrastrutture terrestri, i sistemi di navigazione radio satellitare e a bassa frequenza come il GPS potrebbero essere interrotti e anche le operazioni dei veicoli spaziali potrebbero avere problemi per quanto riguarda la ricarica e il tracciamento della superficie. Starlink, il sistema di connessione di Elon Musk che possiede il 60% dei circa 7500 satelliti in orbita e fornisce copertura Internet in tutto il mondo, ha segnalato un «servizio degradato» a causa dei recenti fenomeni. Nell’attuale ciclo solare, iniziato nel dicembre 2019, sono state osservate solo tre tempeste geomagnetiche intense. L’ultima di classe G4 è stata registrata lo scorso 23 marzo 2024 e quella catalogata come estrema di classe G5 risale alla famosa «tempesta di Hallowen» dell’ottobre 2003, con danni alla rete elettrica in Svezia e Sud Africa. Tra gli effetti spettacolari delle tempeste geomagnetiche rientrano le aurore boreali. Infatti, nelle prossime ore si prevede che i fenomeni aurorali siano visibili a latitudini insolitamente basse, dal Canada al Nord America e Nord Europa.