Sparatoria Roma, l'uomo che ha bloccato Campiti: «Ha esploso tre colpi, poi mi sono gettato sui di lui»

Il racconto del 67enne agli inquirenti. Ora è ricoverato al Gemelli

Sparatoria Roma, l'uomo che ha bloccato Campiti: «Ha esploso tre colpi, poi mi sono gettato sui di lui»
di Raffaella Troili
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Domenica 11 Dicembre 2022, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 10:43

«Claudio Campiti ha chiuso la porta e mirato ai consiglieri, uno alla volta, come un cecchino, senza parlare». Silvio Paganini, 67 anni, è ricoverato al Gemelli ma non è grave. È lui che ha bloccato il killer di Fidene per primo. Consigliere del consorzio Valleverde, residente a Roma, era arrivato in anticipo assieme alla moglie, per aiutare la presidente Bruna Marelli ferita gravemente, ad allestire l’incontro in via Monte Giberto, preparare i documenti, lei non aveva la voce, così ha detto a lui di prendere la parola e leggere il verbale. Da una parte i consiglieri, una trentina di partecipanti, la riunione era in corso, tutti seduti, quando «è entrato Campiti, giubbotto e cappello calzato, ha chiuso la porta e iniziato a sparare verso il tavolo della presidenza, prima alla Marelli, poi a Sabina Sperandio, segretaria del consorzio, poi in fila a Carlo Alivernini, quindi ai due revisori dei conti, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, poverette, non c’entravano niente». 

Claudio Campiti, l'uomo che ha sparato a Fidene e il figlio morto in un incidente sulla neve

 


A quel punto Paganini ha reagito, «ho pensato, sono morto, aveva ucciso già tre persone, il prossimo ero io, così ho cercato di bloccare quel pazzo, gli ho preso il braccio, cercando disperatamente di fermarlo».

Gli si è gettato addosso ed è partito un colpo, il proiettile è entrato e uscito dal volto, ferendolo alla guancia. Momenti di follia. «Sembrava un film, un incubo - ricorda la moglie, Antonella Rossi, che era presente e ha visto entrare per prima l’assassino perché era di fronte alla porta - sparava al tavolo della presidenza, ho visto donne morire sul colpo, al quarto sparo mio marito ha reagito, poi tutti gli sono saltati addosso abbiamo fatto come un tappeto umano per bloccarlo, lui gridava “siete tutti mafiosi”».


Una strage annunciata a sentire Antonella Rossi, educatrice di una scuola dell’infanzia romana, corsa con il figlio al capezzale del marito. «È vigile, lucido, è stato graziato, la pallottola gli ha solo perforato la guancia nella colluttazione, tra un po’ vorrà sapere degli altri ....» e scoppia a piangere disperata. «Quello lì voleva fare una strage, e purtroppo era una strage annunciata. Non doveva succedere, era un pazzo e si sapeva. Ci sono stati degli incendi strani, ultimamente, ci ha minacciati e offesi per anni, aveva un contenzioso con l’amministrazione...«. Una mattina di morte e paura. «Sono viva per miracolo è stata una roulette russa, poteva uccidere ancora, tutti quanti». Questa la certezza dei superstiti, di chi lotta tra la vita e la morte e di chi è ancora sotto choc per quel che ha vissuto. «È entrato, ha bloccato la porta e ha detto solo ora vi ammazzo tutti».

 
Provvidenziale la reazione di Paganini, pensionato, a lungo impiegato nel settore del turismo, che forse ha approfittato di un momento in cui la Glock semi automatica si è inceppata e si è lanciato contro Claudio Campiti, poi tutti si sono avventati su di lui, mentre qualcuno cercava di aprire la porta per mettersi in salvo e chiedere aiuto. Intanto Paganini, il consigliere eroe, si aggirava sanguinante nella sala dell’orrore di Fidene, tra donne rimaste senza vita sulle sedie, corpi a terra, chiedendo come stavano gli altri. Tutti legati da una grande passione, «quel posto meraviglioso che è il lago del Turano», dove molti hanno una seconda casa e dove la convivenza con Campiti ha distrutto vite e incanto.

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