Senza termosifoni accesi. Un condominio a Roma, nel quartiere Africano, ha deciso di tenere spenti i riscaldamenti per risparmiare. La decisione è stata presa all'ultima assemblea. «Ne abbiamo discusso e parlato insieme - racconta Anna (ndf) -. La maggioranza non voleva accenderli e così abbiamo votato». Quando è stato il momento di esprimere il proprio parere, però, serviva di raggiungere più del 50% dei millesimi del condominio per rifiutare il bilancio preventivo proposto dall'amministratore. «Siamo più di 70 condomini nelle palazzine e siamo riusciti a respingere il bilancio». Una decisione, tuttavia, che ha suscitato l'ira di alcuni.
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La scelta presa in assemblea non è durata a lungo. «È intervenuto un magistrato che abita nel palazzo - prosegue Anna -. Ha intimato di procedere con decreto ingiuntivo per l'accensione». I riscaldamenti, infatti, per legge devono essere attivati. «Dal primo dicembre sono accesi anche qui - precisa la condomina -.
La battaglia sui costi
Perché i condomini non volevano approvare il bilancio? «La maggior parte di coloro che abitano nelle palazzine hanno sistemi alternativi per riscaldare casa - racconta Anna -. Io ho due condizionatori che possono essere utilizzati sia d'estate che d'inverno, perché mandano l'aria calda». Poi ci sono anche le stufe elettriche. «Pensavo di comprarne una di quelle in ceramiche, costa circa 80 euro. Sempre meno dei 250 della prima rata».
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Il risparmio
Il freddo è arrivato anche a Roma. Ma il costo dei riscaldamenti fa più paura. «Preferisco pagare di più le bollette per l'elettricità - sottolinea Anna -, almeno spendo quanto consumo». Per i termosifoni, infatti, c'è un costo "involontario", delle spese che bisogna sostenere anche se poi non si accendono. E così che molti si oppongono e nasce uno scontro all'interno dei condomini. «Non siamo tirchi come qualcuno della palazzina ha detto - conclude Anna -. Non vogliamo andare incontro a spese folli».